C’è stato o no un tentativo di dirottamento della nave turca Galata Seaways o di aggredire l’equipaggio? Forse non c’è stata neppure una minaccia o un sequestro di persona. Le prime indagini della procura di Napoli sembrano smontare la ricostruzione su quanto accaduto venerdì. Le pm Enrica Parascandolo e Alessandra Converso hanno sentito i migranti che erano a bordo della Galata Seaways, su cui sono intervenuti i militari italiani dopo l’allarme lanciato dal comandante. Hanno poi incrociato le testimonianze con i video delle telecamere di bordo e con le versioni delle altre persone presenti. Stando a quanto riportato da Open, il racconto dei migranti converge: erano nascosti a bordo della nave, in un cassone, poi avrebbero tagliato il telo con due coltelli e un taglierino per prendere aria, per poi essere scoperti dall’equipaggio. In quel momento hanno avuto paura di essere rimpatriati, hanno raccontato agli inquirenti.



Così sarebbe emerso il racconto di una storia di disperazione più che di violenza o “pirateria”. Dei 15 migranti, di nazionalità siriana e irachena, due sono donne incinte, e due minori. Le donne si trovano ora in ospedale, così come due uomini, uno in severa ipotermia, riporta Repubblica, l’altro con una sospetta frattura alla caviglia. Ma questa ricostruzione non collima con quella del comandante, il quale, secondo il Sole 24 Ore, ha riferito invece agli inquirenti di aver visto due clandestini armati di coltello che si aggiravano nella zona macchine della nave dove però non riuscivano ad entrare. A quel punto i due migranti si sono ricongiunti con gli altri. Quindi, il comandante ha lanciato l’allarme. Al momento, aggiunge il Sole 24 Ore citando fonti qualificate, non è chiaro l’uso che i clandestini volessero fare dei coltelli ed è evidente che questo è un dettaglio rilevante per fare chiarezza sulla vicenda.



BLITZ CHIESTO DAL COMANDANTE: IL DOCUMENTO

Dal punto di vista procedurale, comunque, la condotta del comandante della nave turca Galata Seaways, Acarkan Ocakli, è ritenuta ineccepibile. Dopo aver appreso che sulla nave erano presenti persone non registrate con alcuni coltelli, ha attivato il protocollo di emergenza, facendo convergere l’equipaggio nella cabina blindata e lanciando l’sos. Ha inoltrato al centro di coordinamento marittimo italiano una richiesta urgente di assistenza a causa della presenza a bordo del mercantile di 15 clandestini “di cui due armati con armi da taglio“, i quali “costituivano una minaccia per l’equipaggio“. Stando a quanto riferito dal Sole 24 Ore, ciò è riportato in un documento riservato che riguarda lo scambio tra il centro di coordinamento marittimo italiano e turco, in riferimento all’attività ispettiva eseguita a bordo della motonave Galata Seaways. Nel documento si legge anche che il coordinamento marittimo turco informava quello italiano della richiesta da parte del comandante e della compagnia di navigazione di “un’operazione di abbordaggio per poter gestire la situazione a bordo“. Pertanto, veniva disposto “l’intervento rapido di una squadra di abbordaggio della Brigata Marina San Marco“. La Marina italiana ha, quindi, raccolto l’allarme, visto che l’imbarcazione era a 90 miglia a sud di Napoli. La segnalazione della Capitaneria di Porto di Napoli ha fatto scattare l’intervento dei reparti di élite. Dalla Puglia è partito l’elicottero Nh90, su un secondo elicottero è salito il boarding team del battaglione San Marco, mentre due navi militari, Gregoretti e Montecimone, sono state chiamate a supporto dell’operazione. Questo dispositivo, da operazione anti-pirateria, secondo una prima ricostruzione della procura di Napoli, si è rivelato fortunatamente eccessivo. Infatti, i militari italiani hanno trovato in uno dei piani cargo i migranti, che sono stati collaborativi, come confermato dal tenente di vascello del secondo reggimento Brigata San Marco, Luca Canepa, ai microfoni di Sky Tg24.



CROSETTO “FATTI DELLA NAVE TURCA NON INVENTATI”

Dalla ricostruzione è emerso un quadro tutto da chiarire. Il ministro della Difesa Guido Crosetto dal Forum Masseria di Bruno Vespa aveva annunciato l’operazione delle forze speciali italiane, spiegando che “hanno ripreso il controllo di una nave turca sequestrata da clandestini armati“. Inoltre, aveva precisato che l’operazione era stata portata a termine con “la cattura dei dirottatori che si erano chiusi dentro la nave“. Ma la procura di Napoli ritiene di non avere elementi per ipotizzare né un dirottamento della nave turca né il sequestro dell’equipaggio. Quindi, in piedi ci sono solo le denunce a piede libero per il possesso a bordo di due coltelli e un taglierino. Secondo Repubblica, si profila un’inchiesta con l’ipotesi di associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina. Nel frattempo, la Galata Seaways sabato pomeriggio ha ripreso la sua regolare rotta. “Oggi alcuni giornali infangano, raccontando i fatti della Nave Galata Seaways come inventati. Poiché ministero della Difesa e ministro agiscono con responsabilità ed approfondendo, è giusto dimostrare la verità e l’infondatezza di queste notizie, a tutela del Sistema Paese“, ha twittato il ministro della Difesa, Guido Crosetto.