Le navi delle Ong presenti di fronte alle coste del continente africano altro non fanno che avvantaggiare i trafficanti di esseri umani, i quali, “sponsorizzando” tra i loro “clienti” la presenza di quelle imbarcazioni pronte al soccorso, li incentivano a tentare la traversata verso l’Italia e, al tempo stesso, risparmiano sulle barche utilizzate, ricorrendo a quelle più economiche e pericolose, con un evidente rischio aumentato di naufragio. A spiegare questo meccanismo è la relazione annuale al Parlamento del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, formato dall’Agenzia per la sicurezza esterna (Aise), quella per la sicurezza interna (Aisi) e il Dis, il dipartimento che li coordina.
Il quotidiano “Libero” ha riportato i passaggi salienti dell’intervento del sottosegretario Alfredo Mantovano, il quale ha asserito: “Siamo davanti a un dato oggettivo, che non comporta nessuna valutazione di carattere etico nei confronti di appartenenti alle Ong. Se al limite delle acque territoriali piazzo navi che non vengono chiamate per una specifica attività di soccorso, aumento la probabilità che barchini o imbarcazioni di fortuna partano dalla terraferma nella certezza di incontrare queste che possiamo chiamare ‘navi-rifugio’. È una dinamica che si è realizzata tante volte. L’incremento delle partenze su imbarcazioni di fortuna aumenta la possibilità di incidenti, di rovesciamenti, di morti in mare”.
NAVI ONG “AIUTANO” I TRAFFICANTI DI ESSERI UMANI: LA RELAZIONE DEGLI 007 ITALIANI
Gli 007 del nostro Paese, nel loro report, hanno sottolineato che nel corso del 2022 l’incremento più significativo dell’attività di soccorso in mare ha riguardato i soggetti istituzionali come l’agenzia europea Frontex, la Guardia costiera italiana e la Guardia di Finanza, ma “si è registrato l’aumento del soccorso in mare effettuato dalle navi Ong, principalmente in area Sar libica. Queste attività di soccorso vengono spesso pubblicizzate sui social network dai facilitatori dell’immigrazione irregolare quale garanzia di maggiore sicurezza del viaggio verso l’Europa”.
E, si legge ancora nella relazione, la presenza delle navi Ong pronte a intervenire incarna “un vantaggio logistico per le organizzazioni criminali che gestiscono il traffico dei migranti, permettendo loro di adeguare il modus operandi in funzione della possibilità di ridurre la qualità delle imbarcazioni utilizzate, aumentando così i profitti illeciti ed esponendo a più concreto rischio di naufragio le persone imbarcate”.