Nazzareno Calajò è il capo criminale del quartiere di Milano della Barona e negli ultimi anni aveva messo nel mirino le curve di Inter e Milan. Scontato sottolineare i contatti con la malavita organizzata, con il narco-trafficante siciliano Carlo Zacco e con Salvatore Barbaro, condannato per ’ndrangheta, su tutti.



Come riportato da Il Fatto Quotidiano Calajò è uno che, oltre alla droga, mette insieme gli interessi attorno allo stadio di San Siro. E secondo gli inquirenti potrebbe esserci lui dietro l’omicidio di Vittorio Boiocchi, ex-capo della Curva Nord dell’Inter ucciso a sangue freddo lo scorso 29 ottobre 2022.



NAZZARENO CALAJÒ: L’INCHIESTA SULL’OMICIDIO DI VITTORIO BOIOCCHI

Nei fascicoli dell’inchiesta emerge come Calajò avesse fatto pressione sui reggenti della Curva Nord interista e da qui nacquero i rapporti tesi con Boiocchi.

Nelle intercettazioni emergono minacce pesanti verso Boiocchi: “Adesso studio il modo che gli taglio la testa senza pagarla (…) a questo infame (…), lo sequestriamo, lo anestetizziamo, lo portiamo nell’orto e lo sotterriamo”, e verso l’attuale capo della Nord Andrea Beretta: “Vado a San Siro e gli (Boiocchi, ndr) taglio la testa (…), paga pure Beretta (…) anzi rimane vivo e gli dico: portami due milioni domani (…) se no (…) fai la stessa fine tu (…) perché sei un infame tu e tutti quelli della curva (…). Siete una massa di (…) voi dell’inter (…) siete vivi per miracolo”.



Ma Nazzareno Calajò aveva progettato di mettere le mani anche sulla curva del Milan. Era arrivato al punto di progettare l’omicidio di Daniele Cataldo, uomo di fiducia del capo curva Luca Lucci. All’epoca dei fatti il controllo sulla Sud era oggetto di contesa tra Lucci e Giancarlo Lombardi e qui interviene prima Calajò: “Ti dico la verità (…) vado a sparare prima a Giancarlo e poi a Cataldo” e poi il figlio: “Datemi l’indirizzo lo faccio, mi metto il casco integrale e me lo faccio a Cataldo (…). Gli sparo in faccia”.