La NBA, ovvero la più importante lega di basket americana e mondiale, il primo luglio ha ratificato la decisione di rimuovere la cannabis dalle sostanze proibite ai giocatori. Concretamente, sono davvero poche le limitazioni imposte ai cestisti e con la caduta di quella che riguarda la droga leggera per eccellenza, la lega potrà concentrarsi sulla lotta alle altre sostanze, specialmente la cocaina e gli ormoni della crescita.



In merito alla cannabis, comunque, era circa dal 2021 che la NBA non effettuava controlli ai giocatori per individuarla e punirli, ma la decisione non era mai stata resa effettivamente ufficiale. La nuova policy è entrata ufficialmente in vigore ad inizio luglio ed è stata inserita nel contratto di lavoro dei giocatori, che durerà per i prossimi 7 anni, quando si potrà eventualmente decidere di rettificarla o di rinnovarla. In passato, i giocatori della NBA che risultavano positivi alla cannabis erano costretti a rivedere la loro abitudine, correggendola. Un secondo richiamo, invece, equivaleva ad una multa da 25 mila dollari, ed infine i recidivi, al terzo avviso, subivano una squalifica per le successive 5 partite.



Durant: “Nella NBA tutti fumano cannabis”

Insomma, la NBA ha deciso che da ora in poi tutti i giocatori potranno consumare abitualmente e liberamente cannabis, senza incappare in nessuna conseguenza negativa per la loro carriera. Uno dei promotori di questo storico passo avanti, che punta a rimuovere un ulteriore stigma contro la sostanza, da anni depenalizzata dalla maggior parte degli stati americani, è il campione Kevin Durant, stella e fuori classe dei Phoenix Suns, che ne ha parlato con l’emittente Cnbc.

Durant, tuttavia, in merito alla legalizzazione della cannabis da parte della NBA ci ha tenuto a sottolineare che non è un pioniere, “semplicemente mi piace la pianta. Tutto qui”. Sarebbe, tuttavia, stato lui a “convincere” Adam Silver, dirigente della lega sportiva, ma senza neppure dirgli una parola, “quando ci siamo visti me l’ha annusata addosso, non c’è stato bisogno di molte parole, era tutto sottinteso”. Infine, il campione ha anche raccontato, in merito alla Cannabis, che nella “NBA, lo fanno tutti. È come il vino”.