BASKET NBA: LE PILLOLE DI INIZIO 2023
Passata la settimana di Natale con le tradizionali partite del 25 dicembre, ci avviamo velocemente al giro di boa delle 41 partite di regular season di basket NBA. Ma vediamo come le varie squadre hanno chiuso le rispettive prime trenta gare della stagione. Ove non diversamente specificato i dati comprendono gli incontri disputati a tutto il 28 dicembre.
La terza decade di partite ha visto solamente sei compagini raggiungere almeno 7 vittorie su dieci incontri disputati, segnatamente quattro a Est (Brooklyn con 9, New York con 8, Philadelphia e Milwaukee con 7) e solo due a Ovest (Memphis e Denver, entrambe con 7 vittorie). Meno brillanti ma con almeno sei vittorie su dieci troviamo Miami, Cleveland, Boston, Portland, New Orleans, Sacramento e Los Angeles lato Clippers.
LA EASTERN CONFERENCE
Sono solamente due le squadre che in ognuna delle singole prime tre decadi di partite disputate hanno raggiunto almeno 6 vittorie: i Boston Celtics con 22 vittorie (7+9+6) e i Milwaukee Bucks anch’essi con 22 vittorie su 30 (9+6+7). Alle loro spalle stanno rinvenendo due altre contendenti al titolo di Eastern Conference: i Brooklyn Nets di Kevin Durant e Kyrie Irving e i Philadelphia 76rs di Joel Embiid e James Harden. Soprattutto fa scalpore il recupero dei Nets che nella terza decade hanno collezionato 9 vittorie, cioè tante quante nelle prime venti partite, portando poi a 10 la striscia consecutiva di vittorie (ancora aperta). Con la sostituzione dell’allenatore (Jacque Vaughn ha sostituito Steve Nash a stagione da poco iniziata) la squadra ha maturato una nuova coesione interna, riuscendo a mantenere la propulsione offensiva sotto la guida di un esplosivo Kevin Durant, ma tornando a livelli competitivi anche sul fronte difensivo grazie alle recenti prestazioni di Nic Claxton e al redivivo Ben Simmons.
Ha riempito poi le pagine dei giornali locali, segnatamente il New York Times e il NY Post, la coincidenza che entrambe le squadre della grande mela siano tornate a collezionare in contemporanea una striscia vincente di almeno 6 vittorie, poi estesasi a otto dai New York Knicks (serie chiusa) e a dieci (tuttora viva) dai Brooklyn Nets. Per i Nets una striscia vincente del genere non si vedeva dalla stagione 2005-06. Un fatto del genere non accadeva dal dicembre 74, quando però le due squadre giocavano in due campionati diversi, rispettivamente la NBA e la ABA. Ora però i Knicks hanno visto nelle ultime partite invertirsi il trend collezionando quattro sconfitte consecutive, pur in partite perse anche di un soffio. A New York si comincia comunque a respirare a pieni polmoni aria di playoff con il basket che compete in aspettative con football e baseball nei notiziari sportivi.
LA WESTERN CONFERENCE
A ovest la situazione è molto più fluida. Memphis e Denver (entrambe 7-5-7 sulle prime trenta gare) sono di nuovo le più dinamiche, approfittando del calo dei Phoenix Suns (7-7-4), contando sull’apporto rispettivamente di Ja Morant e di Nikola Jokic. Luka Doncic non basta ancora a far decollare Dallas (6-4-5), come pure Le Bron James non basta ai Lakers (2-6-5) che sono per ora fuori dall’area playoff. Fanno molta fatica anche i campioni uscenti dei Golden State Warriors di Steph Curry (3-7-4), mentre si comportano bene i Pelicans di Zion Williamson (5-7-6) e anche i Sacramento Kings di Fox e Sabonis (4-7-6).
BASKET NBA: IL CANDIDATO MVP
Ma veniamo ora a qualche nuovo interessante dato statistico dell’ultimo periodo. Luka Doncic: al giovane sloveno spetta l’onore della cronaca! Anche lui è tra coloro che ambiscono a vincere il titolo di MVP della stagione e così ha pensato di regalare a tutti, nella serata del 27 dicembre, una prestazione storica e mostruosa trascinando Dallas alla vittoria in overtime contro i Knicks. I suoi numeri sono stati 60 punti, 21 rimbalzi e 10 assists, incluso il canestro da due punti allo scadere che porta Dallas ai supplementari, successivo a un tiro libero da lui volutamente sbagliato alla ricerca del rimbalzo. E’ la prima volta nella storia NBA che un giocatore mette insieme almeno 60 punti e 20 rimbalzi in una tripla doppia, impresa che neppure Wilt Chamberlain può vantare.
Una tripla doppia con 60 punti era stata realizzata in precedenza nel 2018 da James Harden, ma con soli 10 rimbalzi. Limitandoci ala statistica dei soli punti e rimbalzi Doncic è il primo giocatore non centro di ruolo, cioè una guardia, a realizzare una prestazione da 60/20. Per la cronaca nella partita dell’altra sera Doncic ha realizzato 21 tiri su 31 tentativi (67,8%) limitandosi a soli 6 tiri da tre punti (di cui due realizzati), il che vuol dire che nei tiri da due punti ha una prestazione monstre di 19/25; a tutto ciò si aggiungono 16 su 22 tiri liberi e sole 4 palle perse in 47 minuti trascorsi sul campo. Alla fine dei 4 tempi regolamentari Doncic aveva già realizzato 53 punti, che sarebbe già stato il suo massimo in carriera. Il valore della prestazione sta anche nel numero relativamente contenuto di tiri tentati, cioè trentuno.
DONCIC E I NUMERI DA MVP
Se prendiamo un’altra famosa partita da 60 punti, l’ultima di Kobe Bryant, del 13.4.2016 contro Utah, per fare 60 punti al campione dei Lakers occorsero ben 50 tiri (22/50, di cui 6/21 da tre). Nella sua tripla doppia del 30.1.2018 da 60/10/11 James Harden fece meglio di Kobe con una prestazione da 19/30 su azione di cui 5/14 da tre e 17/18 sui liberi, in 46 minuti di gioco. Se ci limitiamo alle triple doppie con almeno 50 punti Doncic è il settimo giocatore a collezionarne almeno una, ma tra tutti questi è il più giovane in assoluto avendo ottenuto questo risultato all’età di 23 anni e 302 giorni, record prima di lui detenuto dal solito Wilt Chamberlain con 26 anni e 176 giorni.
Una tripla doppia con almeno 50 punti e uniti ad almeno 20 rimbalzi era stata realizzata in precedenza solamente da Wilt Chamberlain e da Elgin Baylor. 60 punti e 20 rimbalzi sono anche i massimi di Doncic in carriera nelle due rispettive statistiche. I 60 punti sono anche il massimo per un giocatore dei Dallas Mavericks, vetta cui neanche Nowitzki è mai arrivato in 21 stagioni passate a Dallas. A quest’ultimo comunque hanno già eretto una statua a Dallas nei giorni scorsi, ma già qualcuno ne preconizza un’altra statua per Luka, al quale manca però la consacrazione di un titolo NBA.
Doncic ha contribuito anche ad un altro risultato storico di squadra: i Mavericks hanno rimontato ai Knicks nove punti di scarto a 35 secondi o meno dalla fine vincendo poi la partita all’overtime. Negli ultimi 20 anni su 13.884 casi del genere a nessuna squadra era mai successa la rimonta. I Knicks si leccano ora le ferite con la quarta sconfitta di fila dopo una serie di otto successi.
Attualmente Luka Doncic è secondo in media punti a partita con 33,6 dietro a Joel Embiid (33,7); lo scorso anno Doncic finì quarto con 28,4 punti di media. Per minuti giocati a partita Doncic condivide il primo posto con 37,0 insieme a Anunoby di Toronto e Tatum di Boston. Doncic è anche il giocatore che sinora ha tentato più tiri (721). Per punti in 36 minuti di media giocati Doncic figura terzo con 32,7 punti, alle spalle di Embiid (33,9) e Antetokounmpo (34,0). Riuscirà a reggere a questo ritmo in questo che è il suo quinto anno in NBA, un anno in cui sta praticamente migliorando tutti i suoi precedenti records, a partire dalla percentuale di tiro, ora per la prima volta al di sopra del 50% (0,506)? Spetta a lui dimostrare anche di essere un giocatore veramente vincente portando Dallas ai playoffs più in alto possibile.
ALTRI DATI “SENSIBILI” NEL BASKET NBA
Simone Fontecchio ha finalmente avuto la sua giornata di gloria (7 dicembre) contribuendo in modo decisivo con 18 punti (suo record personale) e una schiacciata vincente finale alla vittoria degli Utah Jazz contro i campioni uscenti Golden State Warriors e rimanendo in campo 18 minuti con 6/10 al tiro. Peccato che subito dopo si sia infortunato e che abbia perso un poco il treno delle rotazioni significative, essendo tornato a giocare solo per frazioni di tempo molto brevi.
Udonis Haslem: il vecchio centro dei Miami Heat (42 anni) è tornato lo scorso 15/12 a partire nel quintetto iniziale. E’ la terza volta che accade dal 2015-16. Quest’anno le sue apparizioni in campo sono già state cinque.
Kemba Walker: grazie al contratto siglato con Dallas il 10/12 scorso Walker è uscito dal limbo dei free-agents ancora disoccupati giocando la prima partita con i Mavericks. Non metteva piede in campo dal mese di febbraio quando vestiva la maglia dei Knicks. Alla sua terza partita, disputata da point guard titolare, ha siglato 32 punti. Dalla s può ora contare su tre point duards di assolutovalore in Doncic, Dinwiddie e Walker.
Devin Booker: il 17/12 realizza 58 punti (ma il suo record è di 70!) e diventa così il sesto giocatore più giovane nella storia del basket NBA a superare i dodicimila punti in carriera.
Nikola Jokic: sta ritornando ai massimi livelli di gioco con il rischio concreto di riconquistate per la terza volta di fila il titolo di MVP. Dopo una tripla doppia il 18/12 che non si vedeva dai tempi di Wilt Chamberlain (40-27-10) a Natale si è ripetuto con un’altra tripla da 41-15-15, che fa parte di una serie di tre triple doppie in quattro gare. Gli scommettitori che lo davano quindici giorni fa 20/1 nella corsa a MVP ora lo danno a 5/1. Ultimo a vincere tre titoli di MVP di fila è stato Larry Bird nel periodo 1984-86. Nessun centro distribuisce così tanti assists come lui in media (9,6 a partita) con una percentuale di precisione al tiro pari al 61,6%, che lo vede primo tra i giocatori con almeno 10 tiri a partita.
I Boston Celtics che erano partiti fortissimo (16 vittorie nelle prime 20 gare) perdono due partite di fila in casa contro Orlando, che con queste corona una serie di sei vittorie consecutive.
Kevin Durant non sente l’età e continua a macinare punti su punti scalando la classifica marcatori e installandosi il 26/12 al 15° posto assoluto con 26.516 punti, superando Tim Duncan. In questi primi tre mesi scarsi di stagione KD ha superato grandi marcatori come Alex English, Vince Carter, Kevin Garnett, John Havliceck, Paul Pierce e Tim Duncan.
Limitatamente ai soli tiri da tre realizzati (1828) Durant ha superato Kobe Bryant posizionandosi al 21° posto e quasi raggiungendo Chauncey Billups (1830).
LeBron James: il 30 dicembre 2022 Le Bron compie 38 anni, ma il tempo per lui sembra non passare mai. In 27 partite quest’anno viaggia a 27,8 punti di media e 8,1 rimbalzi, valori superiori alla sua media in carriera. Come assists siamo a 6,6 e la percentuale di tiro è del 49,8%. Nel periodo 11-25 dicembre di quest’anno ha inanellato sette partite consecutive sopra i 30 punti, culminate con i 38 del giorno di Natale. Il suo debutto in NBA risale ottobre 2003, 19 anni fa. Il record assoluto di punti segnati è sempre più a portata di mano.
All Star Game 2023: da poco sono aperte le votazioni (si chiuderanno il 21 gennaio) tra i tifosi per indicare i due quintetti di partenza della gara delle stelle in programma a Salt Lake City il prossimo 19 febbraio. Ogni giorno si può votare sull’app NBA indicando cinque giocatori (due guardie e tre esterni/centri) per ognuna delle due Conferences. Il 5, 12 e 19 gennaio verrà fornita un’anteprima dell’andamento delle votazioni.