Fra le persone finite in manette ieri mattina a seguito del maxi blitz contro la ‘ndrangheta, anche Luigi Mancuso, 65enne di Limbadi detto “Il Supremo”. Come scrive Il Giorno, era lui l’obiettivo più importante, il numero uno dell’omonima ‘ndrina. “Sapevamo che tornava da Milano – le parole del procuratore di Catanzaro Gratteri – e sapevamo che non l’avremmo più visto”. Mancuso stava rientrando in Calabria da Milano, via treno, e su quel convoglio erano saliti anche i militari del Gruppo intervento speciale (Gis), reparto d’élite dell’Arma, per non perdere di vista neanche un minuto il loro obiettivo. Una volta giunto a Lamezia è scattato l’arresto: “A Lamezia (in provincia di Catanzaro, ndr) non ha neanche capito cosa stesse succedendo – ha proseguito Gratteri è stato preso e portato via in caserma”. I parenti lo aspettavano alla fermata successiva, quella di Rosarno, e chissà che cosa sarebbe successo se fosse riuscito a dileguarsi. Nelle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip, si parla così di Mancuso: “Storico detentore del potere ’ndranghetistico formale e sostanziale su tutta la zona del Vibonese, in virtù del proprio carisma criminale, degli strettissimi rapporti criminali con le cosche Piromalli di Gioia Tauro e Pesce di Rosarno, dei collegamenti con le più potenti famiglie ’ndranghetistiche del Reggino, rappresentava il vertice assoluto dell’intera area, cui facevano capo le altre articolazioni criminali”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
‘NDRANGHETA, MAXI BLITZ: SODDISFATTO IL PROCURATORE GRATTERI
«Quando alcuni dei big di questa organizzazione ha saputo che il blitz sarebbe scattato abbiamo dovuto anticipare», ha confermato il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri ai microfoni del Tg4: «E’ stata un’operazione impossibile, titanica: non finirò mai di ringraziare i Carabinieri per questo sforzo che hanno fatto». Gratteri ha raccontato l’importanza dell’operazione: «Io faccio questo lavoro dal 1986, non avevo mai visto una tale potenza di una famiglia di ‘ndrangheta in grado di corrompere, coinvolgere, di fare entrare nelle proprie fila personaggi delle istituzioni. In questa operazione sono stati arrestati un colonnello dei Carabinieri, un cancelliere del Tribunale, quattro avvocati, molti politici: ciò dimostra la grande permeabilità». E rivela: «Questa operazione l’ho pensata il 16 maggio 2016 quando mi sono insediato a Catanzaro, io voglio una nuova Primavera per questa terra». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
‘NDRANGHETA, GRATTERI: “CALABRIA SMONTATA COME UN LEGO”
Non solo Giancarlo Pittelli tra i politici travolti dall’inchiesta “Rinascita-Scott” coordinata dal procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri, che ha sradicato la ‘ndrangheta dal vibonese, in Calabria, con 334 arresti tra Italia ed estero. Oltre all’arresto dell’ex forzista hanno fatto scalpore il divieto di dimora imposto a Nicola Adamo, ex parlamentare ed ex assessore regionale del Pd, accusato di traffico di influenze, e la messa ai domiciliari di Luigi Incarnato, leader dei socialisti locali, consulente del governatore Mario Oliverio ed ex commissario liquidatore di Sorical, l’azienda che gestisce l’erogazione dell’acqua in Calabria. Il procuratore Gratteri, come riportato da La Repubblica, non ha nascosto la sua soddisfazione per l’operazione conclusa: “Oggi è giornata storica e non solo per la Calabria, ma non è una frase fatta, è il mio pensiero, il pensiero di un uomo di 61 anni che ha dedicato oltre 30 anni di lavoro a questa terra. Tutto è partito dal 16 maggio 2016, giorno in cui mi sono insediato. Era importante avere un’idea una strategia, un sogno, una rivoluzione. Ho pensato questo il giorno del mio insediamento: smontare la Calabria come un Lego e poi rimontarla piano piano. Bisogna occupare gli spazi che noi abbiamo liberato. Questa è la sfida da oggi, se vogliamo davvero cambiare le cose“. (agg. di Dario D’Angelo)
GRATTERI: “PIU’ GRANDE OPERAZIONE DOPO MAXI-PROCESSO COSA NOSTRA”
Il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha parlato poco fa in conferenza stampa, fornendo ulteriori dettagli in merito al maxi blitz delle forze dell’ordine contro la ‘ndrangheta di quest’oggi, che ha portato a ben 334 arresti. “Il blitz era programmato per la notte tra giovedì e venerdì, ma una fuga di notizie ci ha fatto impazzire: rischiavamo di perdere tutto e abbiamo deciso di anticipare l’operazione di 24 ore”, ha spiegato di fronte ai giornalisti. E purtroppo non si è trattata dell’unica fuga di notizie degli ultimi mesi: “Le fughe di notizie – continua ancora Gratteri – ci hanno fatto ‘ballare’ per un anno. Ieri sera siamo impazziti: anticipare l’azione programmata di 3mila carabinieri non è cosa facile, non eravamo pronti. Ma grazie a tutti gli uomini in campo è stato possibile anticipare tutto”. Il procuratore parla della più “grande operazione dopo quella che portò al maxi-processo a Cosa Nostra. Una giornata storica e non solo per la Calabria”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
‘NDRANGHETA, 334 ARRESTI: SODDISFATTO NICOLA MORRA
Imponente operazione anti ‘ndrangheta nelle scorse ore, ben 334 arresti fra la Calabria, numerose regioni d’Italia e anche tre nazioni oltre i confini. Esprime soddisfazione il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra, che ha fatto sapere: “Stanotte lo Stato ha dimostrato ancora una volta tutta la sua capacità di reazione dispiegando uomini e mezzi per un attacco frontale. Da oggi in Calabria si respira un’aria migliore, un’aria che ha il sapore di libertà”. Secondo Morra, questi continui arresti devono farci capire quanto sia radicata la penetrazione delle mafie, nonchè la loro potenza di fuoco “e quindi la lotta alla criminalità organizzata deve essere il primo punto dell’agenda politica”. Morra aggiunge che non basta un applauso a questi arresti “ma c’è bisogno di sostegno concreto e continuo per le necessità delle forze dell’ordine e della magistratura”. Il presidente della commissione parlamentare antimafia ha quindi invitato i cittadini ad avere fiducia nella lotta alle mafie: “Ma le Istituzioni – conclude – vanno protette e rispettate e non abbandonate per mere beghe di partito”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
‘NDRANGHETA, MAXI BLITZ A VIBO VALENTIA: 334 ARRESTI
Un nuovo maxi blitz delle forze dell’ordine nei confronti della ‘ndrangheta, la malavita calabrese. Ben 334 persone sono finite agli arresti fra capi, gregari e affiliati, tutti riconducibili al clan Mancuso di Limbadi, nonchè alle famiglie collegate. Come riferisce l’edizione online di Repubblica, la richiesta è partita dalla procura antimafia di Catanzaro, e dei 334 fermati, 260 sono finiti in manette, mentre 70 ai domiciliari. Inoltre, risultano esservi altri 82 indagati, per un totale di ben 416 persone coinvolte, una delle operazioni anti mafia più imponenti degli ultimi anni. Tanti i personaggi noti finiti in manette, a cominciare, scrive Repubblica, dall’avvocato Giancarlo Pittelli, ex parlamentare di Forza Italia. In manette anche Francesco Stilo, che recentemente era salito alla ribalta delle cronache per essere stato il difensore del titolare dell’assegno da 100 milioni di euro beccato alla frontiera con la Svizzera.
‘NDRANGHETA: 334 ARRESTI: OLTRE 2500 UOMINI DELLE FORZE DELL’ORDINE COINVOLTI
Arrestato anche Gianluca Callipo, sindaco di Vibo Pizzo, quindi Filippe Nesci, comandante della polizia municipale di Vibo Valentia, e svariati altri professionisti e imprenditori del mondo della ristorazione, edilizia e abbigliamento. “Questa è un’indagine seria, concreta, fondata – sono le parole del procuratore – ho iniziato a lavorarci dal primo giorno in cui ho messo piede a Catanzaro”. L’inchiesta, denominata “Rinascita- Scott”, ha permesso di fare luce sui rapporti fra il clan e personaggi della politica e dell’imprenditoria. Un blitz a cui hanno partecipato oltre 2500 uomini delle forze dell’ordine, entrati in azione sia in Calabria, in particolare nella provincia di Vibo Valentia, ma anche in altre regioni di Italia come Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Sicilia, Puglia, Campania e Basilicata. Arresti e perquisizioni anche all’estero fra Germania, Svizzera e Bulgaria, mentre i beni sequestrati hanno un valore di circa 15 milioni di euro. Le accuse nei confronti degli arrestati sono di associazione mafiosa, omicidio, estorsione, usura, fittizia intestazione di beni, riciclaggio ed altri reati.