Dopo che il Financial Times ha definito “Mafia Bond” alcuni titoli da 1 miliardo di euro come valore complessivo acquisiti e “cartolarizzati” negli ultimi anni, oggi Banca Generali – una degli acquirenti internazionali “cascati” nell’inganno dei clan della ‘ndrangheta – è letteralmente stata affossata in Borsa. -3,78% le azioni di Banca Generali a Piazza Affari dopo una giornata assai complessa sul fronte azionario, e con essa anche Ubi Banca, Intesa Sanpaolo e altre banche quotate a livello europeo che sono anch’esse coinvolte indirettamente nella maxi inchiesta. Mentre il Premier Conte è in “tour” europeo per provare a convincere diversi leader europei a fare fronte comune per sostenere le richieste italiane sul Recovery Fund, i “dubbi” dei Paesi nordici sulla sostenibilità del debito italiano rischiano di essere messi in forte discussione da elementi come i “Mafia Bond” e altre “cartolarizzazioni” sui mercati internazionali. Secondo elemento di “timore” riguarda il fatto che i titoli venduti con legami indiretti ai clan criminali sono riferiti a crediti legati alla sanità, nei giorni in cui oltre al Recovery si discute forte nel Governo anche sull’uso dei soldi del Mes proprio destinati a coperture sul fronte sanitario.



INCHIESTA FT SUI “MAFIA BOND”

Li chiamano “Mafia Bond” e sarebbero titoli della ‘ndrangheta venduti a investitori internazionali tra il 2015 e il 2019: la notizia clamorosa arriva dal Financial Times che rivela attraverso documenti di cui è entrato in possesso tutti gli scambi “a rischio” negli anni passati. In pratica nel portafoglio azionario di grandi investitori istituzionali internazionali (ci sono le maggiori banche europee, Banca Generali e tanti altri ancora), dei fondi pensione e delle fondazioni si trovano obbligazioni di circa 1 miliardo di euro riconducibili alla mafia calabrese. Secondo le indagini del quotidiano della City, alcuni degli asset a garanzia di questi “Mafia Bond” si sarebbero rivelati collegati indirettamente alle organizzazioni criminali della ‘ndrangheta: secondo quanto riportato sempre dal Financial Times, i bond “criminali” sono il frutto di un processo finanziario chiamato “cartolarizzazione” e che inizialmente viene ricondotto proprio ai clan criminali della Calabria.



LA DENUNCIA DEL FINANCIAL TIMES SUI “MAFIA BOND”

Come spiega il Sole 24 ore, l’origine dell’inchiesta nasce dai ritardi nei pagamenti da parte delle Asl del Sud Italia: a quel punto le aziende sanitarie private, che vantano diversi crediti verso la Pubblica Amministrazione, per poter sbloccare la liquidità che gli spetta si affidano a banche e società che trasformano di fatto quei crediti in titoli commerciali collocati sui mercati. Secondo il FT proprio dentro un «basket di crediti cartolarizzati, e venduti come un singolo titolo» alcuni di questi si sono rivelati appartenere ad aziende sanitarie legate ai clan. I compratori non possono sapere direttamente chi siano le vere entità dietro a questi bond anche perché l’acquirente prende il titolo con credito verso la PA, ovvero lo Stato italiano e non può immaginare che vi possa essere ad esempio la ‘ndrangheta dietro. Secondo quanto riportato dal Sole 24 ore, la polemica sui “Mafia Bond” potrebbe avere in Inghilterra (e forse non solo) ripercussioni circa il dibattito politico intorno al Mes e al Recovery Fund.