Report torna ad occuparsi degli ultras, in particolare quelli di Juventus e Milan. Calcio e malavita si mescolano nel servizio che da un lato approfondisce il caso di Raffaele Bucci, ex ultrà bianconero precipitato da un cavalcavia, e i suoi legami con la ‘ndrangheta, e dall’altro tira in ballo anche i tifosi del Milan. L’inchiesta del programma prosegue infatti a Milano, dove qualche settimana fa c’è stato un tentativo di esecuzione di un ultrà in pieno centro. Sullo sfondo c’è una guerra per il potere tra gruppi ultras rossoneri. Ma facciamo ordine e partiamo dal caso Bucci. Il precedente servizio di Report aveva evidenziato i rapporti tra la curva della Juventus e i pregiudicati, mentre dall’inchiesta Alto Piemonte erano emerso gli affari dei boss col bagarinaggio. Tutto è partito dal suicidio dell’ultras, che forse aveva rivelato alla Digos delle infiltrazioni delle cosche in curva: avrebbe raccontato ai magistrati che l’uomo che teneva l’ordine pubblico nello stadio era il figlio del boss Saverio Dominello. I dubbi sul suicidio sono legati dunque al fatto che è avvenuto dopo la sua testimonianza davanti al pm. In contrasto con il leader dei Drughi, era preoccupato negli ultimi giorni, anche per il figlio. E la famiglia sostiene che su quel ponte da cui è precipitato non era da solo, ma sarebbe stato picchiato e poi buttato giù.



‘NDRANGHETA NELLE CURVE DI JUVENTUS E MILAN

Nel nuovo servizio di Report c’è la testimonianza dell’uomo a cui Raffaele Bucci aveva confidato i timori per la propria vita. Gli aveva raccontato che Dino Mocciola, considerato dai pm interlocutore della ‘ndrangheta, gli aveva proibito di andare allo stadio e che era stato picchiato un po’ prima. E l’ex cognata di Bucci, Ilaria Reale, avrebbe saputo poco dopo la morte dell’uomo che non era solo sul ponte. Glielo avrebbe detto la fidanzata di lui, Gabriella. «Cosa racconta? Che l’avevano picchiato e buttato giù. Chiesi come faceva a saperlo, ha detto: “Sono uscita con la moglie di un boss”». Ma c’è qualcosa che accomuna la curva della Juventus a quella del Milan secondo Report: la vicinanza alle ‘ndrine calabresi. I riflettori si accendono sul gruppo “Curva Sud” che sarebbe riuscito a fare piazza pulita di tutti gli altri per prendere il controllo degli affari sporchi che ruotano attorno allo stadio. Il leader è il pluripregiudicato Luca Lucci, che lo scorso dicembre è stato ritratto con il vicepremier Matteo Salvini durante la festa per i 50 anni della curva rossonera.



DA BUCCI ALLA FOTO LUCCI-SALVINI

In questi anni Luca Lucci ha collezionato sei anni di condanne: i primi quattro per un’aggressione allo stadio nel febbraio 2009, durante il derby Milan-Inter. Lui comunque il “trono” della Curva Sud non lo ha conquistato: a spianargli la strada, facendo piazza pulita dei rivali, sarebbe stato Giancarlo Lombardi, detto Sandokan. Lui sarebbe l’attuale leader occulto della Curva Sud del Milan, che tentò di ricattare: per questo fu condannato per tentata estorsione, ma fu anche accusato di aver riciclato un milione di euro per un imprenditore legato al clan mafioso Fidanzati. Dopo le condanne avrebbe abdicato al giovane Lucci. In questo complesso quadro va inserito un altro tassello: Enzo Anghinelli, sparato alla testa il 12 aprile scorso. Era invischiato nel traffico di droga (era considerato uno dei punti di riferimento dei principali narcotrafficanti su Milano) e faceva parte di un altro gruppo ultras, i Commandos Tigre. Lui voleva il suo posto in curva, ma c’era poco da discutere. Prima di essere sparato, aveva subito un pestaggio fuori dallo stadio. Tutte invenzioni giornalistiche però per le persone coinvolte. Clicca qui per il video del servizio di Report.

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