Il caso di Roberto Rosso ha inevitabilmente scosso la politica torinese e non solo. L’arresto dell’assessore regionale e capogruppo di Fratelli d’Italia ovviamente avrà delle ripercussioni anche sull’attività all’interno del Comune di Torino e sulla vicenda, come spiega TorinoOggi.it, si è espressa anche la sindaca Chiara Appendino. A margine del brindisi natalizio con i dipendenti di Palazzo Civico, ha detto la sua sul caso che ha visto la compravendita di voti con presunti appartenenti alla ‘ndrangheta: “Il quadro che emerge dalle indagini condotte  dalla Procura di Torino da cui risultano rapporti tra politica e criminalità organizzata è sicuramente preoccupante e ci induce a tenere sempre alta la guardia sul persistente pericolo di infiltrazioni mafiose e sulla relativa possibilità di condizionare le attività della pubblica amministrazione”, ha detto la Appendino. “Per questo motivo il lavoro della Magistratura e delle Forze dell’ordine a tutela della legalità e degli interessi dei cittadini risulta quanto mai prezioso, come indispensabile rimane l’impegno e la massima attenzione da parte di chi ricopre o si candida a ricoprire una carica pubblica”, ha concluso. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



ASSESSORE SI È DIMESSO, CROSETTO: “COSA STRANA”

«Sono allibito per quanto accaduto. Una accusa di questo tipo è la peggiore per chi vuole rappresentare le istituzioni ed è totalmente incompatibile con il nostro modo di vedere la vita e l’impegno politico»: così il governatore del Piemonte Alberto Cirio sull’arresto di Roberto Rosso. Il presidente in quota Cdx ha affermato di aver prontamente accettato le dimissioni dell’ormai ex assessore, sottolineando: «La mafia è il nemico, il male assoluto. E questo deve averlo ben chiaro chiunque voglia governare con me il Piemonte». Cacciato da Fratelli d’Italia, l’ex candidato sindaco di Torino viene difeso da un esponente di spicco di FdI come Guido Crosetto: «Non conosco bene i contenuti della vicenda, ma mi sembra una cosa strana. Lui farebbe qualsiasi cosa per un voto, porterebbe anche un moribondo al seggio, ma non mi sembra uno che possa intrattenere rapporti con la mafia e la ‘ndrangheta», le sue parole ai microfoni di Radio Capital. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



ROBERTO ROSSO ARRESTATO: “PATTO CON MAFIOSI PER VOTI”

Nuovi aggiornamenti sul terremoto politico in Piemonte. Arrestato questa mattina per voto di scambio nell’ambito di un’inchiesta sulla ‘Ndrangheta e già “cacciato” da Fratelli d’Italia, Roberto Rosso ha rassegnato le dimissioni da assessore della Regione. Come riportano i colleghi dell’Ansa, la lettera è stata firmata in carcere ed è già giunta nelle mani del governatore Alberto Cirio. Intervenuto in conferenza stampa, il procuratore generale di Torino Francesco Enrico Saluzzo ha spiegato: «Rosso è sceso a patti con i mafiosi attraverso intermediari per accaparrarsi voti». Inquietanti i dettagli emersi dall’operazione Fenice della Guardia di Finanza, con fotografie e filmati che documentano incontrovertibilmente gli incontri tra l’esponente di FdI, Onofrio Garcea e Francesco Viterbo, esponenti del clan calabrese dei Bonavota. Un altro dato è molto chiaro: dalle indagini è emersa la «piena consapevolezza del politico e dei suoi intermediari circa la intraneità mafiosa dei loro interlocutori». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



ROBERTO ROSSO ARRESTATO, MELONI: “FUORI DA FDI”

«Roberto Rosso ha aderito a Fratelli d’Italia da poco più di un anno. Apprendiamo che stamattina e’ stato arrestato con l’accusa più infamante di tutte: voto di scambio politico-mafioso. Mi viene il voltastomaco. Mi auguro dal profondo del cuore che dimostri la sua innocenza, ma annuncio fin da ora che Fratelli d’Italia si costituirà parte civile nell’eventuale processo a suo carico. Ovviamente, fin quando questa vicenda non sarà chiarita, Rosso e’ da considerarsi ufficialmente fuori da FdI»: presa di posizione netta e molto dura quella di Giorgia Meloni poco fa in una nota, dopo la notizia dell’arresto di Roberto Rosso nella maxi inchiesta contro la ‘ndrangheta per presunto voto di scambio. La leader di Fratelli d’Italia si sofferma poi sulle possibili “mancanze” di controllo del suo stesso partito: «Come facciamo con tutti i nostri candidati abbiamo verificato con gli strumenti che un partito ha a disposizione se avesse problemi con la giustizia. Non è emerso nulla e abbiamo deciso di sottoporre anche il suo nome al giudizio degli elettori piemontesi. E’ stato il più votato nelle nostre liste, e per questo è diventato assessore regionale». Ma nello stesso momento, la Meloni dichiara totale guerra ad ogni accusa di mafia e criminalità nelle file di FdI «La mafia, la camorra e la ‘ndrangheta ci fanno schifo e ci fa schifo chi scende a patti con loro. Da sempre, noi di Fratelli d’Italia siamo rigidissimi nella selezione e nelle candidature e facciamo tutto quello che è nelle nostre possibilità per proporre agli italiani persone senza macchia. Ma come ci si difende da chi bussa alla tua porta, dice di voler combattere con te e sembra avere un curriculum specchiato, ma poi viene accusato di reati così infami?». (agg. di Niccolò Magnani)

ROBERTO ROSSO, ARRESTATO ASSESSORE FDI IN PIEMONTE

Nuovo blitz anti ‘ndrangheta da parte delle forze dell’ordine. Dopo i 334 arresti eseguiti nella giornata di ieri, i militari sono entrati in azione in Piemonte, fermando otto persone. Le accuse nei loro confronti, come scrive Repubblica e l’agenzia Ansa, sono quelle di scambio elettorale politico-mafioso. Secondo quanto riportato sempre da Repubblica nella sua edizione online, fra i destinatari delle misure cautelari vi sarebbe anche l’assessore regionale Roberto Rosso 59enne (Fratelli d’Italia). Stando a quanto specifica l’accusa, lo stesso avrebbe chiesto dei voti ai clan di modo da poter essere eletto in Regione durante le elezioni che si sono tenute lo scorso fine maggio, vinte proprio dal centrodestra. Rosso è una figura di spicco del consiglio regionale, avendo deleghe per i rapporti con il Consiglio regionale, Delegificazione e semplificazione dei percorsi amministrativi, Affari legali e Contenzioso, Emigrazione e Diritti civili, ed essendo inoltre capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio Comunale a Torino.

‘NDRANGHETA, VOTO DI SCAMBIO IN PIEMONTE: IN MANETTE ANCHE MARIO BURLÒ

Nel 2001 si era candidato alle elezioni di sindaco di Torino, sfidando Chiamparino, ma non venendo eletto. Il blitz è scattato stamane all’alba, e oltre a Rosso sono state arrestate altre sette persone, tutte destinatarie di ordinanze di custodia cautelare in carcere, come richiesto dalla Direzione distrettuale antimafia di Torino. Arrestato anche l’imprenditore 46enne Mario Burlò, originario di Moncalieri e numero uno di Oj solution, consorzio di imprese che opera nel settore del facility management. Lo stesso è anche il numero due di “Pmi Italia”, associazione che riunisce 200mila imprenditori delle piccole medie imprese del Belpaese. Le forze dell’ordine hanno eseguito diversi sequestri di beni in tutta Italia, e al gruppo di arrestati sono stati contestati reati fiscali per un valore di 16 milioni di euro. Nel corso della mattinata si terrà una conferenza stampa in cui verranno forniti ulteriori dettagli.