In questi mesi abbiamo imparato che il Covid è una malattia che non è in grado di compromettere solo la funzionalità dei polmoni, ma anche altri organi, come il cervello. Una delle conseguenze che è stata riscontrata viene definita con l’espressione “nebbia cognitiva”, di cui ha parlato in tv la biologa Barbara Gallavotti. Si è scoperto che la malattia causata da Sars-CoV-2 può influire sulle nostre capacità mentali a medio e lungo termine, anche una volta guariti. Questi, ha spiegato a DiMartedì su La7, «lamentano una specie di nebbia e stanchezza mentale». Questi “strascichi” riguardano una persona su venti, per lo più giovani, tra i 18 e i 49 anni. I sintomi cognitivi possono includere perdita di memoria, che di solito è a breve termine, ma anche confusione e difficoltà di concentrazione. Una “nebbia cerebrale” che compromette anche la capacità di lavorare normalmente. Non è ancora chiaro chi colpisca di più, ma questo disturbo è considerato uno dei sintomi della cosiddetta sindrome post Covid o long Covid.



“NEBBIA COGNITIVA” DOPO IL COVID

Gli scienziati non sanno neppure cosa provochi questa “nebbia del cervello”. Aluko Hope, specialista in terapia intensiva al Montefiore Hospital di New York, ha raccontato che un terzo dei suoi pazienti non ricorda i numeri di telefono che conosceva prima o fatica a ricordare le parole appropriate. «Non sono solo le persone anziane ad avere questi sintomi cognitivi. Non sappiamo chi è a rischio o perché», ha dichiarato al New York Times. La neurologa Marie Grill della Mayo Clinic, invece, riferisce che questi strascichi sono comuni in altre infezioni, come la malattia di Lyme, la mononucleosi e altri tipi di virus dell’herpes. Il coronavirus ha effetti neurologici innegabili e la “nebbia cognitiva” non è neppure il peggiore.



C’è chi lamenta mal di testa, affaticamento e perdita del gusto e dell’olfatto che perdurano settimane o addirittura mesi dopo l’infezione. Ma nei casi più grafi il Covid può portare ad encefalite o ictus. Il modo in cui però Sars-CoV-2 colpisce le cellule nervose resta un mistero da risolvere. L’ipotesi al momento è che ciò avviene quando la risposta immunitaria non si arresta o per un’infiammazione nei vasi sanguigni che portano al cervello.

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