Nella mattinata di domani, giovedì 18 gennaio 2023, terminerà ufficialmente l’avventura di Pavel Nedved e Maurizio Arrivabene nel Consiglio di Amministrazione della Juventus. Dopo le dimissioni dei principali dirigenti avvenute circa un mese fa, un vero terremoto per la Juventus, il passo indietro sarà ufficializzato solo nella riunione che nominerà i nuovi dirigenti, chiamati a traghettare il club bianconero in una difficile transizione.



Sul sito ufficiale della Juventus è stata pubblicata una lunga nota per ringraziare i dirigenti del lavoro svolto. Di Nedved si ricordano innanzitutto i successi da calciatore. Si legge: “Pavel ha dato tutto per la Juventus. Da giocatore prima, da membro del CdA e Vicepresidente poi” – si legge sul sito della Juventus – “Volgendo lo sguardo al campo per lui parlano i numeri: 327 presenze, lo straniero che ne ha collezionate di più nella storia del club, 65 gol e una ricca collezione di trofei, tra cui spicca, a livello personale, il Pallone d’Oro conquistato nel 2003“.



NEDVED E ARRIVABENE, UOMINI DI FIDUCIA

Per quanto concerne la parte dirigenziale, viene sottolineato come la gestione con Nedved sul ponte di comando abbia portato lo storico record di 9 Scudetti consecutivi: “Nel 2010 entra nel Consiglio di Amministrazione, nel 2015 diventa Vicepresidente del club, e anche in questa nuova veste continua a vincere. Sarebbe impossibile descrivere in poche parole il percorso vissuto insieme. Restano i ricordi straordinari delle vittorie conquistate fianco a fianco e di tutti i momenti condivisi in questi anni” scrive la Juventus nel comunicato.

Si sottolinea anche il percorso di Maurizio Arrivabene, altro uomo di fiducia del gruppo Fiat: “Le strade della Juventus e Maurizio Arrivabene si sono incontrate, invece, nel 2012 con il suo ingresso nel Consiglio di Amministrazione, poi dal 1° luglio 2021 l’assunzione delle deleghe per la gestione dell’Area Football di Juventus e da novembre 2021 il ruolo di Chief Executive Officer“. Un lavoro affiancato ad altri incarichi importanti, come quello in Ferrari dal 2015 al 2018.