NEGOZIATI DI PACE IN UCRAINA: NUOVE ACCUSE USA-RUSSIA

Non sembra esserci affatto “spazio” per alcuna trattativa di pace, quantomeno per il momento: dopo le recenti accuse Russia-Occidente su crimini di guerra, embargo energetico e sanzioni, le dichiarazioni del Segretario di Stato Usa Antony Blinken sembrano chiudere definitivamente ogni possibilità di negoziati di pace (così come la replica di Mosca).



«Gli Stati Uniti non hanno visto alcun segno fino ad oggi che Putin sia serio riguardo a un negoziato significativo», il commento del capo diplomazia Stati Uniti difendendo la posizione dell’Ucraina, «è diritto fondamentale di questi Paesi decidere del proprio futuro e del proprio destino». Piccata la replica lanciata dal Ministro degli Esteri Lavrov agli Usa e al Presidente ucraino Zelensky: «La Russia non tollererà alcun ultimatum dall’Ucraina sui negoziati», ha detto il titolare degli Esteri russo commentando anche la recente dichiarazione di Kiev sulle trattative per la liberazione delle forze intrappolate nell’acciaieria di Mariupol, Azovstal.



USA E OCCIDENTE FUORI DAI NEGOZIATI? TOCCA ALLA CINA

In visita a Borodyanka nel mattino e a Kiev nel pomeriggio per incontrare Zelensky, prosegue il viaggio del segretario generale Onu Antonio Guterres in Est Europa: dopo la visita in Turchia da Erdogan e al Cremlino dal Presidente Putin, ora è il turno dell’Ucraina con le Nazioni Unite che lanciano nuovamente un appello per rinnovare i negoziati di pace.

«La guerra non finirà con le riunioni. La guerra finirà quando la Federazione Russa deciderà di finirla e quando ci sarà, dopo un cessate il fuoco, la possibilità di un accordo politico serio», ha detto Guterres giunto a Kiev. «Putin concorda in linea di principio sulla necessità” di evacuare i civili verso i territori sotto controllo di Kiev», ha ricordato il rappresentante dell’Onu, riferendo delle operazioni congiunte Nazioni Unite-Russia per ristabilire i corridoi umanitari in diversi punti del Donbass e a Mariupol, «siamo anche in contatto con il governo dell’Ucraina, per vedere se possiamo avere una situazione in cui nessuno può incolpare l’altra parte per le cose che non accadono» ha concluso il segretario Onu. Dagli Usa al Regno Unito, fino all’Unione Europea – tutte le ultime dichiarazioni dei leader occidentali in quota Nato sembrano non credere più a negoziati e trattative, con la minaccia di un conflitto mondiale su larga scala che emerge sempre di più. Al di là del “grido nel deserto” di Papa Francesco per la pace, il vero “operatore” decisivo nei prossimi mesi potrebbe essere la sempre più “silente” Cina: come ha spiegato in esclusiva al “Sussidiario.net” Pasquale De Sena, presidente della Società italiana di diritto internazionale e ordinario nell’Università di Palermo, gli Stati Uniti «non vogliono più la pace». Il riferimento è alle parole durissime usate dal segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin al termine della sua visita a Kiev martedì scorso: «Vogliamo vedere la Russia indebolita al punto di non poter fare il tipo di cose che ha fatto con l’invasione dell’Ucraina», ha detto il capo del Pentagono. Ebbene, secondo l’analista che abbiamo contattato, «È vero che la Cina è una potenza autoritaria e non democratica, ma mi pare sia l’unico attore globale chiaramente orientato a favorire una soluzione di questo genere».