ZELENSKY: “VOGLIA NEGOZIATI VIENE MENO…”

Dopo i contatti annunciati in “ripresa” dalla Russia, il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky , intervenuto in videoconferenza alla Sciences-Po di Parigi, conferma la possibilità di negoziati di pace tra Kiev e Mosca.

«Sono disposto a portare avanti i colloqui purché non sia troppo tardi», avvisa il Presidente dell’Ucraina, ammettendo subito dopo «Con ogni nuova Bucha, con ogni nuova Mariupol e con nuove atrocità, scompare il desiderio e la possibilità di negoziare, così come la possibilità di risolvere questo problema in modo diplomatico». Intervenendo in conferenza stampa da Washington, raccontando i temi emersi nel dialogo con Joe Biden, il Premier Mario Draghi ha raccontato schiettamente: «Serve la pace in Ucraina, non la vittoria […] Abbiamo concordato che occorre continuare a sostenere l’Ucraina e a fare pressione su Mosca ma anche cominciare a chiedersi come si costruisce la pace. Il percorso negoziale e’ molto difficile ma il primo punto punto è come costruire questo percorso negoziale, deve essere una pace che che vuole l’Ucraina, non una pace imposta». Ancora il Premier italiano ha poi spiegato in conferenza stampa dall’ambasciata Italia negli Stati Uniti: «bisogna togliere il sospetto che si arrivi ad una pace imposta che possa far comodo da Ue-Usa-Russia ma non accettabili per gli ucraini. A quel punto la pace non sarà credibile e sarà un disastro: non serve una finta pace che potrà essere tradita in ogni momento, serve una vera pace e serve farla con tutte le parti coinvolte perché possa essere sostenibile negli anni a venire». Secondo Draghi, non bisogna “vincere” ma bisogna “fare la pace”.



CONTATTI IN CORSO TRA RUSSIA E UCRAINA. DRAGHI: “SERVONO I NEGOZIATI”

«Sono in corso contatti tra Russia e Ucraina nell’ambito dei negoziati»: lo ha detto questa mattina la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, a Radio Sputnik.

Dal Cremlino i colloqui di pace restano sullo sfondo ma non vengono eliminati, quantomeno a parole: l’Ucraina infatti continua a ribadire che i negoziati di pace veri e propri si sono interrotti ad aprile, dopo il ritiro dei russi da Kiev. Il capo dei negoziatori ucraino Podolyak al GR1 ha sottolineato che proprio ad inizio aprile «sono emersi i crimini commessi nei territori occupati attorno alla capitale. Poi quelli di Mariupol, una città rasa al suolo. È venuto alla luce anche il progetto russo di creare a Kherson quella che loro chiamano una ‘repubblica’ tramite uno pseudo referendum. A quel punto, le componenti politiche e diplomatiche delle negoziazioni hanno smesso di negoziare». La distanza insomma rimane ancora netta, ma l’evoluzione possibile dei negoziati – dopo la sostanziale “apertura” di Putin nel discorso del 9 maggio – porta anche l’Europa a segnare una piccola differenza dalla linea Usa. Prima Macron, poi Draghi stanno incarnando questo tentativo di “moral suasion” sulla Nato: incontrando il Presidente Biden alla Casa Bianca, il Premier italiano ha detto con chiarezza «In Italia e in Europa le persone adesso vogliono la fine di questi massacri, di questa violenza e di questa macelleria e le persone pensano cosa possiamo fare per portare la pace». Draghi ha parlato 24 ore dopo la decisione Usa di adottare una legge per velocizzare e oliare la fornitura di armi a Kiev, sulla scia di quanto compiuto nel 1941 dal Presidente Roosvelt per armare l’esercito inglese contro Hitler. Servono i negoziati e un cessate il fuoco, ribadisce l’Europa: per il momento la risposta di Biden è tiepida e affidata alla sua portavoce Jen Psaki, «Anche per gli Usa, la soluzione diplomatica è la via da perseguire ma allo stato attuale non sembra che la Russia sia interessata ai colloqui di pace».



NEGOZIATI DI PACE: UCRAINA “CONGELATI”. MA PER LA RUSSIA…

«Negoziati di pace continuano»; «i negoziati di pace sono congelati, ma potranno riprendere»: due versioni diverse, ma una “notizia” emerge comunque nelle ultime dichiarazioni delle delegazioni di Mosca e Kiev in merito alla guerra in Ucraina. Le trattative possono essere aperte, dopo praticamente 2 mesi di “chiusura forzata”.

Partiamo dalle parole dette ieri dal consigliere del presidente Putin, Vladimir Medinsky, dopo il discorso in Piazza Rossa per la parata del 9 maggio: «I negoziati tra Russia e Ucraina non si fermano, proseguono a distanza in formato virtuale. Le trattative in formato remoto non sono terminate». A stretto giro arriva la “replica” a distanza di Mykhailo Podoliak, consigliere dell’ufficio di presidenza di Zelensky, in una intervista a “la Repubblica”: «Il negoziato al momento è congelato. Probabilmente è necessario che questa seconda fase della guerra si esaurisca affinché possano riprendere i colloqui». Non solo, secondo il consigliere di Zelensky, «I russi nell’Est stanno provando a metterci pressione: appena capiranno che non ci riescono, diventeranno più realisti». Sempre il capo delegazione ucraino aggiunge come ad oggi «L’integrità territoriale ucraina non si può toccare. Non può essere argomento di trattative. Sarà la società civile ucraina a sollevare le questioni da portare ai futuri negoziati e in base a questo, spetterà poi al presidente formulare e prendere decisioni definitive».



DRAGHI E MACRON PER MAGGIORE AZIONE UE SUI NEGOZIATI DI PACE

Piccoli spiragli che possono però dire molto sul prosieguo dei negoziati di pace, requisito ineluttabile per giungere all’agognato cessate il fuoco sull’Ucraina. Certo, restano i messaggi dei presidenti che sono suonati ieri tutt’altro che inclini ad un accordo in breve: Putin ha ricordato l’impegno per evitare una guerra mondiale, accusando però la Nato (e gli Usa) di essere responsabile del caos in Ucraina. Di contro, Zelensky ha definito il Presidente russo un “novello Hitler” contro il quale Kiev combatterà e vincerà la guerra per la libertà.

Nella penombra però le consultazioni proseguono e i negoziati di pace possono essere impostati, magari cambiando qualcosa in termini internazionali nella finora “granitica” adesione della Nato alla fornitura di armi e aiuti all’Ucraina. Draghi al G7 ha dato il “là”, ieri Macron ha rintuzzato il concetto: «l’Europa non è in guerra contro la Russia. La pace si costruisce senza umiliarla, no ai revanscismi». Oggi il viaggio del Premier italiano alla Casa Bianca vedrà per l’appunto sul tavolo l’impulso europeo per una maggiore presenza della Ue nei negoziati di pace dei prossimi mesi. Nelle ultime settimane il termine “negoziati” sembra essere del tutto sparito dalle comunicazioni Usa sul fronte Ucraina: l’Italia (e con essa anche Francia e Germania) intende però provare una mediazione per vedere l’Occidente di nuovo unita nel concetto di sostegno concreto alla pace (tradotto, sì sostegno a Kiev ma no riarmo).