SALTANO A DOMANI I NEGOZIATI DI PACE IN TURCHIA

Mentre sono già arrivati a Istanbul i Ministri degli Esteri di Russia e Ucraina, Lavrov e Kuleba, le trattative vengono rinviate di 24 ore per volere di Mosca: i tentativi di sedersi ai negoziati di pace con una posizione di forza sul campo vengono continuamente contrastati dalla resistenza ucraina e anche per questo si assiste ad un costante rallentamento dei colloqui (previsti a questo punto per domani mattina in Turchia).



Resta l’apertura di Kiev sulla possibilità di una neutralità dell’Ucraina anche se non giungono particolari “spiragli” per una cessazione delle ostilità nel Donbass: per Inna Sovsun, deputata ucraina, l’opzione di lasciare a Putin le regioni di Donetsk e Lugansk non è pensabile. «Per chi mi chiede “Forse dovresti rinunciare alla Crimea e al Donbass in cambio della pace?” Prima di porre questa domanda, nominami la regione specifica del tuo paese a cui saresti disposto a rinunciare se Putin iniziasse a bombardare le tue città», conclude la deputata del partito di Zelensky. A conferma delle forti difficoltà nei negoziati di pace a livello internazionale vi è l’annuncio dal Ministero Lavrov sull’imminente decreto del Cremlino che limiterà l’ingresso in Russia ai cittadini di Ue, Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Giappone, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda in quanto considerati “Paesi ostili”. Nel pomeriggio il Premier italiano Mario Draghi ha sentito nuovamente al telefono l’omologo ucraino Zelensky: al centro dei colloqui, fa sapere Palazzo Chigi, vi sono stati gli ultimi sviluppi del conflitto in Ucraina e della crisi umanitaria in atto. Non solo, il Presidente di Kiev ha lamentato «il blocco da parte russa dei corridoi umanitari e la prosecuzione dell’assedio e dei bombardamenti delle città, comprese le scuole, con conseguenti perdite civili, tra cui anche bambini»; di contro, Draghi ha ribadito il fermo sostegno del Governo italiano alle autorità di Kiev, oltre alla piena «disponibilità dell’Italia a contribuire all’azione internazionale per porre fine alla guerra e promuovere una soluzione durevole della crisi in Ucraina». Su Twitter è poi Zelensky a ringraziare pubblicamente Draghi e l’Italia: «abbiamo discusso sul modo di contrastare l’aggressività russa. L’ho ringraziato per l’importante difesa e supporto umanitario. Le persone lo ricorderanno. Apprezziamo la volontà italiana di aderire alla creazione di un sistema di garanzie di sicurezza per l’Ucraina».



AL VIA STASERA NUOVI NEGOZIATI DI PACE IN TURCHIA

Alla vigilia del nuovo round di negoziati di pace tra Russia e Ucraina – da questa sera a mercoledì 30 marzo torneranno ad incontrarsi in presenza le due delegazioni diplomatiche a Istanbul, Turchia – una possibile svolta sulla trattativa per far finire la guerra è arrivata.

«L’Ucraina è pronta ad accettare uno status di neutralità come parte di un accordo di pace con la Russia», così ha parlato Volodymyr Zelensky nella prima intervista a giornalisti (indipendenti) russi, ripresi poi dalla Cnn. «Garanzie di sicurezza e lo status neutrale e non nucleare del nostro Stato: siamo pronti ad accettarlo. Questo è il punto più importante. Era il primo punto di principio per la Federazione Russa, per quanto ricordo. E per quanto ricordo hanno iniziato la guerra per questo»: Zelensky in sostanza apre alla neutralità dell’Ucraina quasi come a voler “stanare” il Presidente russo. Ok al Donbass, ok a non entrare nella Nato e ora ok alla piena neutralità di Kiev: quasi a voler dire a Mosca che sono definitivamente caduti tutti i punti avanzati da Putin per l’invasione dell’Ucraina. Se il cessate il fuoco sarà più vicino dopo oggi lo si scoprirà dopo i tre giorni di negoziati di pace a Istanbul, di certo è quanto ha chiesto Erdogan ottenendo l’ok da Putin per negoziati in presenza nella prestigiosa città della Turchia: «Un cessate il fuoco è necessario al più presto possibile».



RUSSIA VS UCRAINA, L’APERTURA DI ZELENSKY SULLA NEUTRALITÀ

La replica a distanza di Kiev è netta: «Le nostre priorità nei negoziati sono note: la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina sono fuori dubbio. Sono d’obbligo garanzie di sicurezza efficaci. Ovviamente, il nostro obiettivo è la pace e il ritorno alla vita normale nel nostro Paese il prima possibile», ha spiegato ancora Zelensky confermando l’apertura dell’Ucraina alla neutralità piena per far cessare la guerra in corso da 32 giorni ormai.

Dopo il forte “caos” attorno alle parole di Joe Biden contro Putinun macellaio, non deve rimanere al potere in Russia») le reazioni internazionali contro la Casa Bianca sono state nette, con Cremlino, Europa e Cina che improvvisamente si trovano concorde nel ritenere quelle dichiarazioni non idonee ad intavolare dei negoziati di pace: dopo Macron e Borrell anche da Pechino arriva un messaggio distensivo, «il dialogo e la negoziazione come l’unico modo corretto per risolvere la questione ucraina: ciò che tutte le parti devono fare urgentemente ora è alleviare la situazione, promuovere i colloqui e porre fine alla guerra, piuttosto che intensificare i conflitti», fa sapere il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin. Dalla Nato – così come da Washington, prontamente intervenuti a correggere la gaffe di Biden – non vi è alcun obiettivo di sostituire il regime in Russia: Germania, Francia, Italia, in generale l’intera Europa si schiera per far finire la guerra ma senza la resa di Putin. Intanto, nonostante i negoziati di pace al via tra poche ore in Turchia, non si è trovata ancora la quadra per nuovi corridoi umanitari odierni in Ucraina: «Avvertimento: la nostra intelligence ha riportato possibili provocazioni da parte degli occupanti sulle rotte dei corridoi umanitari. Pertanto per motivi di pubblica sicurezza, oggi non apriamo corridoi umanitari», ha spiegato la vicepremier Iryna Vereshcuk nell’annunciare che nessun corridoio per civili sarà attivato oggi per motivi di pubblica sicurezza.