RUSSIA VS USA: “NON VOGLIONO I NEGOZIATI”. INTANTO DALLA TURCHIA…

«Gli Stati Uniti potrebbero smettere di aiutare con armi l’Ucraina se volessero promuovere la pace e la stabilita’ nel continente europeo»: la denuncia contro la Casa Bianca e Joe Biden arriva dal portavoce di Vladimir Putin al Cremlino, Dmitri Peskov. «Gli Stati Uniti dovrebbero incoraggiare l’Ucraina a soddisfare le condizioni che sono state formulate in modo molto chiaro dalla Federazione Russa», ha concluso lo stretto collaboratore del Presidente russo.



Negoziati di pace sempre più risicati, “incastrati” tra i nodi sanzioni, armi e veti diplomatici: la pronta risposta degli Stati Uniti arriva dal Pentagono, con l’annuncio dell’imminente invio di armi verso l’Est dell’Ucraina, «Faremo arrivare le nuove armi all’Ucraina in meno di una settimane e poi le forze di Kiev le porteranno nell’est del Paese», sottolinea il portavoce della Difesa Usa, John Kirby. «Impossibile sostituire il gas russo in Europa. La Ue cestina l’agenda ecologica e dà la colpa a noi»: è nuovamente molto duro il messaggio che arriva da Vladimir Putin, intervenuto in conferenza stampa nel suo studio. «Gli attacchi dei partner europei sul rifiuto delle forniture di risorse energetiche russe destabilizzano la situazione e fanno salire i prezzi», ha poi continuato il Presidente russo. Dopo giorni di silenzio sostanziale, dalla Turchia torna a risuonare l’invito per dei negoziati di pace diretti tra i due Presidenti di Russia e Ucraina: «Stiamo negoziando con le parti e ci stiamo adoperando per organizzare un incontro tra Putin e Zelensky», spiega il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, «Quello che è successo a Bucha ha influito negativamente sui negoziati: le immagini disumane di regioni come Bucha e Irpin, che condanniamo anche noi, hanno cambiato l’atmosfera. Nonostante tutte le difficoltà – conclude il diplomatico di Erdogan – c’è la possibilità di un cessate il fuoco».



ONU: “NO POSSIBILITÀ DI NEGOZIATI DI PACE PER ORA”

«Al momento non ci sia la possibilità di un cessate il fuoco globale in Ucraina»: l’ammissione del segretario generale dell’Onu Antonio Guterres riflette il momento attuale. Una guerra massacrante su Mariupol e Donbass nel sud-est dell’Ucraina, uno scontro ancora più ampio a livello economico e diplomatico tra Nato e Russia e in generale due delegazioni – quelle di Kiev e Mosca – che sono state bloccate nelle trattative dalle rispettive cancellerie.

«Kiev non punta a raggiungere un accordo ma a trascinare deliberatamente il colloquio», è l’accusa lanciata dal Cremlino contro, in primis, il Governo Zelensky ma anche contro gli Stati Uniti di Joe Biden, reo di minacciare con toni «inqualificabili» le operazioni russe ad Est. Nuovo fronte di scontro si è poi accesso nelle ultime ore con l’annuncio di Svezia e Finlandia di un prossimo ingresso nella Nato (in giugno, ndr): «Non si potrà più parlare di status denuclearizzato per il Baltico, l’equilibrio dovrà essere restaurato», ha scritto su Telegram il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa Dmitry Medvedev. Per l’ex Presidente russo, «La Russia rafforzerà i suoi confini occidentali. Necessario rafforzare le truppe di terra, il sistema di difesa aerea e schierare consistenti forse navali nel mare». Al tentativo di allargamento della Nato per difendersi dalla potenziale espansione di Mosca si aggiunge l’opera degli Stati Uniti, inquadrata dal direttore della rivista Analsi Difesa come l’esatto opposto dei tentativi di pace: per Gianandrea Gaiani, raggiunto dall’AGI, «Gli Stati Uniti si preparano a una guerra di lunga durata volta a scoraggiare qualunque tipo di trattativa», citando la recente convocazione del Pentagono delle 8 principali aziende produttrici di armi negli Stati Uniti.



PUTIN CHIUDE I NEGOZIATI TRA RUSSIA E UCRAINA (PER ORA)

«Gli ucraini hanno spinto i negoziati in un vicolo cieco, sono loro che hanno creato difficoltà a portarli a un livello accettabile e l’operazione militare andrà avanti finché non ci saranno negoziati accettabili»: con queste parole, proferite ieri dal Presidente russo Vladimir Putin in conferenza stampa con l’omologo bielorusso Lukashenko, le trattative per dei negoziati di pace con l’Ucraina sembrano definitivamente archiviate.

Secondo la ricostruzione fatta dalla Russia con il suo leader, Kiev non avrebbe rispettato gli accordi raggiunti nei negoziati a Istanbul di fine marzo; non solo, «l’Ucraina viene usata come uno strumento per raggiungere gli obiettivi dell’Occidente indipendentemente dal benessere del popolo ucraino». Il vero consolidamento di Nato e Occidente, ha concluso il n. 1 del Cremlino, «è legato a una posizione umiliante e umiliata dell’Europa rispetto al Paese che la domina, si vergognano a dire che sono sotto lo schiaffo degli Usa. È comodo unirsi attorno al concetto di aggressione russa e servire così gli Usa». Alla vigilia della “battaglia finale sul Donbass” e con le città di Mariupol e Kharkiv pronte a cadere nel giro di pochi giorni, i negoziati sembrano per il momento definitivamente “chiusi” con anche Kiev ormai rassegnata a dover riparlare di trattative di pace solo dopo la guerra nei prossimi giorni nel Sud-Est del Paese.

TRATTATIVE IN STALLO, ORA COSA SUCCEDE CON I NEGOZIATI DI PACE

«Il rifiuto dell’Occidente a cooperare colpisce i cittadini europei»: è ancora Putin stamane dopo una riunione di Governo a segnare la profonda distanza esistente tra Russia e Occidente. La minaccia di altre sanzioni (su tutte, l’embargo di petrolio e gas) e l’impossibilità – per il momento – di trovare una linea comune per la tregua, portano la guerra tra Russia e Ucraina sempre più lontana dalla pace.

Contro l’Europa, Putin e il ministro Lavrov contestano le parole dell’Alto Rappresentante di politica estera Ue Josep Borrell: «Kiev ha cambiato le regole del gioco cambiando le bozze dei negoziati di pace raggiunte in Turchia». Al momento però anche le richieste della Russia sembrano mutuate rispetto alla prima fase della guerra contro l’Ucraina: consolidamento Donbass e Crimea; eliminazione battaglione Azov a Mariupol; garanzie di sicurezza per future eventuali esercitazioni militari ucraine-Nato. A “rompere” nuovamente il già devastato asse Mosca-Occidente ci ha poi pensato il Presidente Usa Joe Biden che ha parlato per la prima volta di “genocidio” riferendosi alle operazioni della Russia: contrario il Presidente francese Macron che torna a contestare la linea Biden, «Non sono sicuro che l’escalation di parole servirà alla causa». Insomma, le divisioni sono sempre più evidenti e la pace appare sempre più un miraggio: dal Vaticano tuona Papa Francesco a ridosso della Pasqua, dove la sua richiesta di “tregua Pasquale” è rimasta finora inascoltata. «Di fronte alle immagini strazianti che vediamo ogni giorno, di fronte al grido dei bambini e delle donne, non possiamo che urlare: “Fermatevi!”. La guerra non è la soluzione, la guerra è una pazzia, la guerra è un mostro, la guerra è un cancro che si autoalimenta fagocitando tutto! Di più, la guerra è un sacrilegio, che fa scempio di ciò che è più prezioso sulla nostra terra, la vita umana, l’innocenza dei più piccoli, la bellezza del creato».