FRENATA NEGOZIATI RUSSIA-UCRAINA DOPO I FATTI DI BUCHA
Con ogni probabilità, le immagini e le foto viste a Bucha – cittadina a nord di Kiev – potrebbero essere il punto di “svolta” per la guerra tra Russia e Ucraina: una svolta però non positiva, bensì il peggior scenario possibile. Scene tremende, accuse alla Russia di crimini di guerra, ferma condanna di Nato, Onu, Ue e G7, la smentita del Cremlino: tutto converge verso la frenata brusca dei negoziati di pace, dato che la distanza oggi tra Occidente e Mosca è forse anche peggiore di quanto non fosse in piena Guerra Fredda.
I massacri di Bucha – fosse comuni, corpi di civili per le strade, almeno 410 morti scoperti – rinvenuti dall’esercito ucraino dopo la fuga dei russi verso Sud, rischiano davvero di far saltare la trattativa di pace: il Cremlino smentisce su tutta la linea e accusa, con la portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova che denuncia «immagini false, provocazione frutto di Kiev, Nato e Usa». Nella riunione urgente convocata oggi al Consiglio di Sicurezza dell’ONU la Russia chiede che si faccia verità su quanto avvenuto a Bucha, accusando l’Ucraina di aver architettato tutto con la Nato per poter poi incolpare il Cremlino. In uno scenario del genere, come si può ben intuire, l’evoluzione dei negoziati di pace rischia di essere compromessa per diverso tempo: «Atti orribili, sollevano interrogativi su crimini di guerra», sentenziano le Nazioni Unite, mentre Draghi, Macron e Scholz ribadiscono «la Russia ne risponderà», l’Unione Europea ha già fatto sapere di star preparando nuovo round di sanzioni contro il Cremlino proprio in risposta ai fatti di Bucha. In questo “clima” la pace sembra davvero sempre più lontana.
COME STANNO ANDANDO I NEGOZIATI DI PACE TRA RUSSIA E UCRAINA
Un’evoluzione dei negoziati di pace tra Russia e Ucraina potrebbe avvenire nei prossimi giorni, o quantomeno non è da escludere: da Kiev le ultime notizie sono più positive e inclini al dialogo, ipotizzando addirittura un imminente vertice tra Putin e Zelensky in Ucraina. Di contro, Mosca smentisce per il momento tale ipotesi anche se non chiude del tutto i “battenti” alla possibilità.
Ricapitolando, l’indomani del nuovo round in videconferenza tra le opposte delegazioni, sul tavolo restano le posizioni emerse e raggiunte durante i colloqui di pace a Istanbul la scorsa settimana: una possibile evoluzione nelle trattative di pace arriva però dal capo delegazione ucraina David Arakhamia, riportato dall’agenzia Interfax-Ucraina. «La Russia ha dato una risposta ufficiale su tutte le posizioni, vale a dire che accettano la posizione ucraina a eccezione della questione della Crimea», spiega il negoziatore, citando anche il Ministro degli Esteri Kuleba che al momento ancora non avrebbe nulla di ufficiale per iscritto anche se «verbalmente, ieri, in videoconferenza, è emerso che la parte russa non obietta alcuna risoluzione». Arkamia ha poi detto che la Russia tramite i suoi negoziati avrebbe pure confermato la tesi per cui «le bozze dei documenti che sono state elaborate a un livello sufficiente affinché le ulteriori consultazioni avvengano in modo diretto tra i leader dei due Paesi: il nostro compito è preparare la fase finale non del documento di pace, ma dei temi che saranno affrontati, oltre che preparare il futuro incontro dei presidenti».
CREMLINO SMENTISCE NEGOZIATI DIRETTI PUTIN-ZELENSKY (PER ORA)
Il tanto agognato incontro “di pace” tra Putin e Zelensky potrebbe essere verosimilmente organizzato in Turchia, conclude Arkamia anche riferendosi al recente nuovo invito posto da Erdogan per dei negoziati “diretti” tra i due Presidenti di Russia e Ucraina.
Alle aperture di Kiev per il momento segue la smentita – di rito, probabilmente – di Mosca, con il capo negoziatore Vladimir Medinsky che ai media internazionali sottolinea come il vertice tra Putin e Zelensky non sia ancora maturo nei tempi: «La bozza di accordo non è pronta per essere sottoposta a un incontro al vertice. Ripeto ancora e ancora: la posizione della Russia sulla Crimea e sul Donbass resta immutata». Il Presidente Zelensky stamane, riportando la notizia dei raid russi sulla città di Odessa, ha denunciato il rischio che la guerra ora possa spostarsi di “asse” rispetto al primo mese di combattimenti: «Le truppe russe vogliono prendere il Donbass e il sud dell’Ucraina. Siamo consapevoli che il nemico ha riserve per aumentare la pressione a est. Qual è il nostro obiettivo? Proteggere la nostra libertà, la nostra terra, la nostra gente». Una possibile evoluzione dei negoziati si potrà avere già nella prossima settimana con il probabile incontro tra Kuleba e Lavrov, i rispettivi Ministri degli Esteri du Ucraina e Russia: la Turchia prepara tale scenario, mentre restano in prima linea per possibili sforzi diplomatici anche Israele, Italia e pure il Vaticano (come spiegavamo già qui, ndr). Ieri infatti Papa Francesco ha spiegato che un viaggio a Kiev «è sul tavolo»: che sia prodromo allo sviluppo di un ulteriore negoziato per far finire la guerra?