SPIRAGLI DI PACE OLTRE I NEGOZIATI, MA GLI USA “FRENANO”…

Nel pomeriggio il Presidente Usa Biden ha sentito al telefono i leader di Francia (Macron), Germania (Scholz), Italia (Draghi) e Regno Unito (Johnson) per discutere delle evoluzioni sulla guerra in Ucraina, non da ultimo lo “spiraglio” di pace emerso dai negoziati odierni in Turchia. Intanto dall’Eliseo viene fatto sapere che è in corso nel pomeriggio una telefonata tra Emmanuel Macron e il leader russo Vladimir Putin.



Questa sera riprenderanno le sessioni di trattative a Istanbul ma con quanto emerso finora si respira un’aria di maggiore fiducia circa un potenziale accordo nelle prossime settimane: le Borse respirano, i prezzi delle materie prime scendono, così come si rafforza lievemente il rublo. Al sentimento di “fiducia” generale viene però contrapposto il realismo diplomatico di chi, dall’interno delle trattative, vede la luce in fondo al tunnel ancora lontana: «Rimane un lungo cammino da fare per arrivare a un accordo di pace accettabile sia per la Russia sia per l’Ucraina», fa sapere alla Tass il capo della delegazione russa Medinsky. Certo, «si sono fatti passi da gigante verso la pace», conclude il diplomatico di Mosca, «dunque si aspetta un progresso reciproco dall’Ucraina». Dall’Unione Europea e dagli Usa arrivano però delle decise “frenate” circa l’apertura sostanziale di Mosca e Kiev nei negoziati di pace: «Trattiamo le negoziazioni di pace a Istanbul con una certa cautela», spiega un alto funzionario Ue alle agenzie internazionali, «è che si arrivi a un cessate il fuoco duraturo sul campo, rispettato dalla Russia. Poi si vedrà se tutte le richieste hanno senso dal punto di vista politico». Il Segretario di Stato americano Blinken invita alla cautela estrema, ammettendo di non fidarsi per nulla delle dichiarazioni russe: «Un conto è quello che dice la Russia e un conto quello che fa. Siamo concentrati su quest’ultimo». Di sicuro un passo in avanti importante è arrivato quando Medinsky ha affermato, al termine dei negoziati, che la Russia «non ha obiezioni al desiderio dell’Ucraina di entrare nell’Unione Europea»; un possibile compromesso che segue l’impegno di Kiev di non aderire alla Nato, rimanendo così “neutrale”.



QUALI ESITI DAI NEGOZIATI A ISTANBUL: LE POSIZIONI DI RUSSIA E UCRAINA

Si sono conclusi dopo diverse ore i negoziati di pace in Turchia tra le delegazioni di Russia e Ucraina e questa volta qualche risultato è stato raggiunto, anche grazie alla presenza e moral suasion del Presidente Erdogan.

In primis, la delegazione di Kiev ha fatto sapere con Mikhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky presente al tavolo di Istanbul, «Proposto nuovo sistema di garanzie a Mosca, sì a neutralità se garanzie adeguate». Da Mosca invece il capo delegazione Vladimir Medinsky spiega al termine dei negoziati che verrà diminuita l’attività bellica su Kiev e si preparano ad un possibile summit tra Putin e Zelensky solo nel momento in cui l’accordo di pace sarà siglato dai Ministri degli Esteri. È però il generale clima di concordia che si è “respirato” in Turchia oggi ad offrire qualche chances concreta di un vero negoziato: «i negoziati di oggi a Istanbul con l’Ucraina sono stati costruttivi», spiegano i delegati russi, ora le proposte di Kiev saranno riferite a Putin e poi Mosca valuterà il da farsi. «Faremo due passi concreti» annuncia poi il consigliere presidenziale Medinsky a Ria Novasti: in primis, l’interruzione parziale dell’azione militare tra Kiev e Chernikiv e poi la promessa di un vertice Putin-Zelensky ad accordo siglato. «Continueremo i negoziati con la Russa, ma coinvolgeremo anche i Paesi garanti», replicano da Kiev: non solo, l’Ucraina ha proposto alla Russia di tenere consultazioni per 15 anni sullo status della Crimea e del Donbass. Entrambe le parti hanno concordato sul re-incontrarsi nuovamente in Turchia per proseguire il negoziato ora giunto «al livello pratico». Kiev ha poi aggiunto che dovrà esserci un referendum finale sull’accordo di pace che verrà trovato con la Russia, mentre tra i Paesi garanti del patto dovranno entrare oltre alla Turchia anche Israele, Canada, Polonia, Italia, Francia e ovviamente gli Stati Uniti.



COMINCIATI I NEGOZIATI DI PACE IN TURCHIA: IL DISCORSO DI ERDOGAN

Sono cominciati stamane a Istanbul (Turchia) i negoziati di pace in presenza tra le delegazioni di Russia e Ucraina, capeggiate dai rispettivi Ministri degli Esteri Lavrov e Kuleba: dopo giorni di trattative in videoconferenza e mentre la guerra sul campo purtroppo prosegue, qualche spiraglio di accordo si intravede all’orizzonte. Già la presenza oggi al tavolo del Presidente turco Erdogan dice di un passo notevole in avanti della “qualità” dei negoziati (altrimenti il potente “sultano” di Ankara non si sarebbe scomodato per metterci la faccia da mediatore internazionale).

L’apertura di Zelensky sulla “neutralità” dell’Ucraina e, dall’altra parte, il ridimensionamento dei piani di Mosca (puntare sul Donbass e non più su Kiev, ndr) hanno permesso il potenziale “passo in avanti” delle trattative che rimangono comunque ancora molto complicate. «Arrivare alla pace e al cessate il fuoco il prima possibile sarà beneficio per entrambe le parti», ha spiegato il Presidente Erdogan introducendo il discorso alle delegazioni, «Entrambe le parti hanno legittime preoccupazioni» ma occorre «porre fine a questa tragedia». «E’ arrivato il momento in cui i negoziati producano dei risultati concreti», ha detto ancora il “sultano” della Turchia sottolineando come «i passi avanti fatti nel corso di questi colloqui consentiranno ai leader di Russia e Ucraina di avere un faccia a faccia […] Una pace giusta non avrà un perdente e la continuazione del conflitto non giova a nessuno». Erdogan ha infine invitato nuovamente al cessate il fuoco immediato per fermare la guerra, facendo poi dire al suo portavoce Ibrahim Kalin che le richieste su Donbass e Crimea di Mosca «non sono realistiche. I russi dovrebbero veramente cambiare le loro idee», ha aggiunto poi alla CNN.

LE RICHIESTE DI RUSSIA E UCRAINA AI NEGOZIATI DI PACE

Secondo le fonti diplomatiche raccolte fino a questa mattina, i negoziati tra Russia e Ucraina si aprono in nuova veste più “possibilista” di un accordo da raggiungere nelle prossime settimane, con la Turchia che spinge ancora per un presto incontro Putin-Zelensky. Secondo una fonte russa nella bozza del negoziato oggi sul tavolo a Istanbul vi sarebbe «la neutralità dell’Ucraina».

Secondo il “Financial Times”, la Russia non starebbe più chiedendo la “denazificazione” all’Ucraina e sarebbe pure pronta a lasciare Kiev entrare nell’Ue a condizione che rimanga non allineata militarmente. Nel documento di bozza preparato in vista dei negoziati odierni, spiegano ancora ben 4 fonti del FT, non vi sono più neanche le richieste di “smilitarizzazione” e di tutela legale della lingua russa in Ucraina mentre compare la richiesta che Zelensky rinunci «a ospitare basi militari straniere e abbandoni la sua ambizione di diventare membro della Nato». Alla Bbc il Ministro degli Esteri ucraino Kuleba ha spiegato «Non stiamo commerciando persone, terra o sovranità», sottolineando che «l’obiettivo minimo saranno i corridoi umanitari e quello massimo il raggiungimento di un accordo su un cessate il fuoco». Il vice capo dell’ufficio del presidente, Kyrylo Tymoshenko, ha invece fatto sapere che nei negoziati di pace oggi e domani in Turchia «Insisteremo sulle garanzie di sicurezza internazionali per l’Ucraina. La pace in Ucraina è il nostro compito principale». Presente al tavolo delle trattative anche l’ex Presidente del Chelsea Roman Abramovich, ormai uno dei pochissimi “punti di contatto” rimasti tra Russia e Ucraina: importante la sua presenza in quanto ieri è stato confermato dallo stesso entourage dell’oligarca russa il tentato avvelenamento avvenuto lo scorso 3-4 marzo durante altri negoziati russo-ucraini. Temendo rischi di nuove “intromissioni” e potenziali “avvelenamenti” – dopo che Kiev ieri aveva smentito la notizia di malori tra i propri delegati vicino ad Abramovich ad inizio marzo – il Ministro Kuleba ha consigliato oggi ai negoziatori di «non mangiare o bere e preferibilmente evitare toccare qualunque superficie».