LO SCONTRO ZELENSKY-RUSSIA: ANCORA NIENTE NEGOZIATI
Ormai il braccio di ferro dura da almeno 2 mesi, cioè da quando gli ultimi negoziati di pace avvenuti in Turchia sotto l’egida di Erdogan non si dimostrarono validi tanto da imporre una tregua alla guerra.
E così Ucraina e Russia proseguono nel dettare condizioni che l’avversario non ritiene accettabili: l’ultima arriva dall’appello lanciato dal Presidente ucraino Volodymyr Zelensky in collegamento da Davos, dove ha spiegato «Questa fase della sanguinosa guerra può trasformarsi in negoziati diplomatici in una forma o nell’altra tra i presidenti della Federazione Russa e dell’Ucraina, o anche con i nostri partner strategici. Potremo passare a questa fase quando comprenderemo che la parte russa mostra almeno la capacità e il desiderio di passare dalla sanguinosa guerra alla diplomazia. Questo è possibile se la Federazione Russa lo dimostra almeno qualcosa. Ad esempio, il ritiro delle truppe alle linee di prima del 24 febbraio». Ebbene, alla proposta di Zelensky è giunto il “niet” deciso del Cremlino che non ritiene accettabile la richiesta ucraina. «Difficilmente possiamo valutare questa affermazione come costitutiva. Vorrei ricordare che l’Ucraina ha partecipato attivamente ai negoziati, dal primo giorno dell’inizio dell’operazione militare (ovvero l’invasione russa, ndr) e non ha posto alcuna condizione. E se ora stabiliscono queste condizioni, questo ci costringe a dubitare della sincerità del loro desiderio di trovare una soluzione pacifica», conclude il vice Ministro degli Esteri Andrei Rudenko. In Europa invece, sempre dal Forum di Davos, la necessità di negoziati di pace e accordi sul gas vedono il Premier italiano Mario Draghi come il più «indicato», secondo il filantropo e imprenditore George Soros: «ha l’iniziativa, l’immaginazione, l’alta reputazione necessarie per il braccio di ferro con Mosca e per per far avanzare un progetto federalista in Europa».
DI MAIO: “PIANO DI PACE EMBRIONALE, GUERRA SARÀ LUNGA”. E DALLA RUSSIA…
«Oggi non ci sono le condizioni per la pace, abbiamo di fronte una guerra lunga e logorante», sembra deflagrare il piano di pace presentato dall’Italia dopo queste dichiarazioni del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, parlando della guerra in Ucraina durante un evento dell’associazione Alis. I negoziati di pace tra Russia e Kiev continuano a rimanere sostanzialmente “fermi” e il progetto presentato dal Governo Draghi all’Onu non sembra convincere soprattutto a Mosca.
«C’è la sensazione che sia stato preparato non da diplomatici, ma da politologi locali che hanno letto dei giornali provinciali e operano soltanto sulla base delle notizie false ucraine», aveva detto questa mattina dalla Russia vice presidente del Consiglio di sicurezza ed ex presidente Dmitri Medvedev, ribadendo «se si devono proporre iniziative di pace allora dovrebbero basarsi su un approccio reale che deve rispecchiare lo stato delle cose. E un tale documento già da tempo è stato proposto dalla Russia per la discussione». Risponde a tono sempre Di Maio, commentando la bocciatura del Cremlino – anche se il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha detto ufficialmente che il piano italiano ancora deve essere valutato – «serve un piano per costruire un maggior dialogo tra le parti ed è quello che stiamo facendo. La pace non si impone e, per raggiungerla, si parte dalle condizioni dell’Ucraina, di cui abbiamo sempre difeso l’integrità. Quando Medvedev fa queste dichiarazioni critiche sul piano di pace italiano non dimostra di volere la pace». Sempre Di Maio, chiosando il suo intervento, sottolinea come «qualsiasi decisione sull’integrità territoriale dell’Ucraina debba dipendere dall’Ucraina. In questo momento, quando noi sentiamo ‘il Donbass non sarà mai Ucraina’, siamo su un altro piano».
IL PIANO DI PACE DELL’ITALIA E LE VALUTAZIONI DI UCRAINA E RUSSIA
Da ieri è ufficiale: tanto l’Ucraina quanto soprattutto la Russia stanno valutando attentamente il piano di pace presentato dal Governo italiano presso l’ONU, vertente in 4 macro-punti da raggiungere gradualmente passando per degli autentici negoziati di pace.
«Stiamo valutando assieme ai collaboratori, al pari di altre strade che portino la ripresa dei negoziati e al cessate il fuoco», ha spiegato il Ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, ringraziando l’Italia per lo sforzo in corso sul fronte tregua. Di contro, anche il vice ministro degli Esteri russo Andrei Rudenko alla Tass sottolinea «L’abbiamo ricevuto da poco, lo stiamo valutando». Infine anche l’Europa guarda con attenzione al piano per dei negoziati di pace messo a punto da Palazzo Chigi e dalla Farnesina: «Abbiamo preso nota del piano di pace dell’Italia, ma dal punto di vista europeo questo deve passare dall’immediata cessazione dell’aggressione e dal ritiro senza condizioni dell’esercito russo», è il commento dell’Alto rappresentante per gli affari esteri dell’Ue Josep Borrell. Nel mezzo la guerra purtroppo prosegue e i tentativi finora di porre un “freno” per invocare una tregua anche minima sono andati tutti falliti. Mosca accusa Kiev di non voler arrivare a negoziati, di contro invece l’Ucraina contesta le condizioni fissate dalla Russia, ovvero che si possa arrivare alla pace con possibili cessioni di territori (il Donbass) ai russi.
NEGOZIATI DI PACE, RISOLUTIVO INCONTRO PUTIN-ZELENSKY?
Come uscire da questo fatale “incastro” è per il momento di difficile lettura, specie vedendo le ultime dichiarazioni del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel discorso lanciato da Kiev la scorsa notte: « Le prossime settimane di guerra saranno difficili. E dobbiamo esserne consapevoli. Eppure non abbiamo altra alternativa che combattere… e vincere. Dobbiamo liberare la nostra terra e il nostro popolo. Perché gli occupanti vogliono portarci via non solo qualcosa, ma tutto ciò che abbiamo. Compreso il diritto alla vita degli gli ucraini».
Negoziati di pace per il momento non ci saranno dunque, con Zelenskye stesso che ritiene come la possibilità reale di fermare la guerra non può che passare da un incontro definitivo e risolutivo con il suo omologo russo: «L’incontro per porre fine alla guerra sarà solo direttamente con Putin, perché tutte le decisioni in Russia sono prese solo da lui», ha detto il leader di Kiev nel video discorso al World Economic Forum di Davos. Dettagliando ancora meglio, Zelensky aggiunge «Dopo quello che hanno fatto, capisci, non ho grandi desideri per questi incontri, e grandi desideri di incontrare i mediatori, non esistono e non dovrebbero esistere e non esisteranno. Pertanto, in linea di principio, non accetto alcun incontro con nessuno della Federazione Russa, ad eccezione del presidente della Federazione Russa. E solo se la questione sul tavolo è una: la fine della guerra. Non c’è nient’altro di cui parlare».