Se la Russia lancia messaggi ambigui sul futuro della guerra in Ucraina, non fanno ben sperare neppure le previsioni della Nato, secondo cui il conflitto non finirà presto. Kiev però può farcela con l’aiuto dell’Alleanza Atlantica, secondo il segretario generale Jens Stoltenberg. In un’intervista al quotidiano tedesco Die Welt ha ribadito che la Nato è determinata ad aiutare l’Ucraina «anche se ci vorranno mesi o anni» per battere il presidente russo Vladimir Putin. D’altra parte, ha rimarcato la volontà di «fare tutto il possibile» affinché il conflitto non si espanda. Parole, dunque, che non fanno pensare ad una pace vicina.



«L’Ucraina deve vincere questa guerra perché difende il suo territorio». Stoltenberg ha parlato anche della Crimea, su cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva mostrato segnali da apertura: «I membri della Nato non accetteranno mai l’annessione illegale della Crimea. Ci siamo inoltre sempre opposti al controllo russo su parti del Donbass nell’Ucraina orientale». Infine, ha ribadito che la Nato «non è parte belligerante», ma sta crescendo la concentrazione di truppe ed equipaggiamento sul fianco orientale a protezione dei membri. (agg. di Silvana Palazzo)



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Potrebbe essersi aperto uno spiraglio per una pace tra Ucraina e Russia. Kiev sarebbe disposta ad accettare un accordo di compromesso con Mosca, se le forze militari russe si ritirassero «sulle posizioni del 23 febbraio» ponendo fine alla guerra. Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante una video conferenza alla Chatham House di Londra. Quindi, ha lasciato intendere che l’Ucraina nei negoziati potrebbe rinunciare alla Crimea, annessa dalla Russia nel 2014. Non si tratterebbe di una cessione, ma va interpretata come un’apertura al dialogo senza recriminare la Crimea. Inoltre, ha evitato di avanzare richieste sulle zone del Donbass in mano ai filo-russi.



I segnali che arrivano però dalla Russia sono ambigui. Questa affermazione non trova, infatti, riscontro nelle dichiarazioni di un esponente del Parlamento di Mosca, che durante una visita a Kherson ha chiuso la porta per ora alla pace: «Putin vuole ancora la guerra. La Russia resterà ‘per sempre’ nel sud dell’Ucraina». Il ritiro completo dell’esercito russo dalla posizioni conquistate dopo il 24 febbraio apparirebbe per Mosca una sconfitta.

APPROVATA ALL’UNANIMITÀ LA PRIMA RISOLUZIONE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA ONU SULL’UCRAINA

Mentre il ministero degli Esteri russo conferma che i negoziati di pace sono in stallo, il presidente russo Vladimir Putin si prepara a sfidare di nuovo l’Occidente, facendo volare il suo aereo per la guerra nucleare in occasione della parata del 9 maggio. Sul piano concreto, il dialogo tra le parti non ha prodotto nulla finora. Lo ha fatto notare lo stesso Volodymyr Zelensky, denunciando il fatto che «non si vede alcun desiderio da parte russa di porvi fine». Un segnale sul fronte diplomatico arriva però dal Palazzo di Vetro a New York. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu, infatti, ha approvato una dichiarazione unanime di «fermo sostegno» al segretario generale Antonio Guterres per «una soluzione pacifica» della guerra. Si tratta della prima dimostrazione di unità dei 15 dall’inizio del conflitto, soprattutto con il sì della Russia, oltre che della Cina. Guterres ha commentato con soddisfazione: «Oggi per la prima volta il Consiglio di Sicurezza ha parlato con una sola voce per la pace in Ucraina. Come ho spesso detto il mondo deve unirsi per mettere a tacere le armi e sostenere i valori della Carta Onu».