In fase di stallo i negoziati di pace tra Russia e Ucraina. La situazione però potrebbe cambiare nelle prossime ore, anche perché tra oggi e domani è previsto un colloquio tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, quello russo Vladimir Putin e l’ucraino Volodymyr Zelensky. «Continuiamo a nutrire la speranza», ha dichiarato Erdgoan sui colloqui di pace tra i negoziatori russi e quelli ucraini. I segnali però che arrivano sono contrastanti. Ad esempio, il primo ministro britannico Boris Johnson non esclude che la guerra in Ucraina vada avanti fino alla fine del 2023, anzi la definisce una «possibilità realistica», così come lo è la vittoria della Russia.
Nel frattempo, però, si tenta di aprire uno spiraglio nell’immediato. Lo stesso presidente francese Emmanuel Macron, che è stato uno dei più attivi nel dialogo con Putin, ha dichiarato di non escludere di tornare a parlare col presidente russo se verrà rieletto all’Eliseo. «Penso sia nostro dovere continuare a parlare con lui, non lo escludo affatto», ha dichiarato a radio France Inter. Ma prima intende parlare col leader ucraino Zelensky. «A un certo punto ci sarà un cessate il fuoco e l’Europa sarà attorno al tavolo. Se non avremo parlato con Putin, i negoziatori saranno i cinesi o i turchi».
COLLOQUIO TRA PUTIN E MICHEL
A proposito dei negoziati di pace, mentre il Cremlino esplicita i nuovi obiettivi di conquista, facendo riferimento al Donbass e all’Ucraina meridionale per avere un ponte terrestre verso la Crimea, c’è stato un colloquio tra il presidente russo e quello del Consiglio europeo, Charles Michel. La Russia si è detta pronta a dichiarare una tregua a Mariupol per far uscire civili e militari dall’acciaieria Azovstal, a patto che le truppe si arrendino. Invece Michel ha chiesto un accesso umanitario e un passaggio sicuro dalle città assediate. Dal canto suo, Vladimir Putin ha spiegato che sarebbero le autorità ucraine a impedire l’evacuazione dei soldati e dei civili asserragliati nell’acciaieria dell’Azovstal a Mariupol. Nel corso del colloquio non sono mancati peraltro attacchi all’Unione europea, infatti il Cremlino riferisce che durante la telefonata con Charles Michel, il presidente russo ha definito «le dichiarazioni dei rappresentanti del Consiglio europeo irresponsabili relativamente alla necessità di una soluzione militare del conflitto in Ucraina».
LAVROV “NEGOZIATI UCRAINA RUSSIA IN STALLO”
Riguardo un incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, quello russo Vladimir Putin nel colloquio con Charles Michel ha spiegato che la possibilità «dipende dai risultati specifici dei negoziati tra Mosca e Kiev». A tal proposito, ha criticato l’Ucraina, in quanto «Kiev sta mostrando incoerenza nei negoziati e non è pronta a cercare soluzioni reciprocamente accettabili». Dei negoziati di pace ha parlato anche Serghei Lavrov, citato dalla Tass. Il ministro degli Esteri russo ha confermato che sono in stallo. «I negoziati si sono bloccati dopo che Kiev ha deciso di non rispondere alle proposte inviate dalla Russia». In riferimento alle dichiarazioni delle autorità ucraina, Lavrov ha aggiunto che «danno l’impressione che non abbiano bisogno di negoziati con la Federazione russa, ma abbiano accettato il loro destino». Invece, in merito all’Occidente, Lavrov ha sottolineato che «il disagio è evidente. Tutte le parti del mondo stanno pensando a misure per combattere la sua influenza».