RUSSIA ACCUSA L’UCRAINA SUI NEGOZIATI. IL PIANO ITALIA INVECE NON CONVINCE
«I negoziati con l’Ucraina sono stati sospesi su decisione di Kiev, il che contrasta con le affermazioni di Zelensky sulla necessità di colloqui al massimo livello»: lo ha dichiarato il Cremlino in una nota riportata dalla Tass.
Le trattative sono ferme e i tentativi dall’estero – come vi mostriamo qui sotto – non vedono scalfire per il momento le volontà di Mosca e Kiev. Oggi il Presidente Zelensky è tornato a contestare l’Occidente in merito ai rapporti con Putin: «Il catastrofico svolgersi degli eventi potrebbe ancora essere fermato se il mondo trattasse la situazione in Ucraina come tale. Se i forti del mondo non flirtassero con la Russia, ma insistessero davvero per porre fine alla guerra», ripete il leader da Kiev, contestando il fatto che in Europa ad esempio da settimane non si riesca a trovare l’accordo per il sesto pacchetto di sanzioni contro il Cremlino. Nel frattempo il piano di pace presentato dall’Italia all’ONU, oltre a non convincere la Russia, non viene considerato “fattibile” dalla Nato: «Noi incoraggiamo ogni tentativo che possa portare ad un accordo politico per fermare questa guerra», spiega il vicesegretario generale della Nato, Mircea Geoana, in un’intervista esclusiva al TG3. Alla fine della guerra «ci sarà una soluzione politica», chiosa il n.2 della Nato, «ma purtroppo al momento non vediamo le condizioni politiche per un accordo sul piano italiano. Le posizioni dei due paesi sono ancora molto distanti».
CINA-FRANCIA SPINGONO PER NEGOZIATI, MA DA PUTIN E ZELENSKY…
Sebbene l’Ucraina e la Russia abbiamo ribadito ancora nelle ultime ore la sospensione dei negoziati di pace – l’una dando responsabilità all’altra – la diplomazia internazionale prova ad intrecciare nuove trattative per far tornare ai colloqui le delegazioni di Mosca e Kiev.
Sono in particolare Cina, Francia e Italia le più “attive” in questo senso: secondo quanto riportato dai media cinesi, il Presidente Xi Jinping e il suo omologo in Francia Emmanuel Macron hanno convenuto in un colloquio da remoto come «tutte le parti interessate dovrebbero sostenere la Russia e l’Ucraina per ripristinare la pace attraverso i negoziati». In particolare, il leader di Pechino ha promosso nuovamente l’idea di «colloqui di pace a modo suo e supporta i Paesi europei nel prendere in mano la sicurezza dell’Europa». Dall’Italia invece il “contatto” tra Draghi e Putin è stato voluto ieri dal leader italiano, provando ad affrontare direttamente il tema urgente del grano: «Ho cercato Putin, lo scopo della mia telefonata era chiedere se si potesse far qualcosa per sbloccare il grano che oggi è nei depositi ucraini, perché la crisi alimentare, in alcuni Paesi già presente, avrà proporzioni gigantesche e conseguenze umanitarie terribili», ha spiegato ieri il Presidente del Consiglio in conferenza stampa citando la situazione delle navi bloccate nei porti sul Mar Nero, con tonnellate di grano a bordo. «Putin mi ha detto che i porti sono bloccati perché sono minati dagli ucraini, che però li minano per impedire ai russi di attaccare. Ho chiesto collaborazione a sminare questi porti e per arrivarci occorre garantire non arrivino attacchi quando i porti saranno sminati». In conclusione Draghi spiega come questo «Può essere un tentativo che non avrà esiti ma c’è stata disponibilità da parte di Putin. Ho terminato dicendo che chiamerò Zelensky per vedere se c’è volontà di procedere in questa direzione, se c’è disponibilità. Ho sentito il dovere di fare questo tentativo per una crisi umanitaria che può toccare i più poveri del mondo. Speriamo..». Quando però gli è stato chiesto al Premier se vede dopo questo colloquio qualche spiraglio per una pace più vicina, la risposta è stata secca e tranciante: «non ho visto spiragli per la pace tra Russia e Ucraina».
UCRAINA: “NEGOZIATI DI PACE SOSPESI, RIPRENDERANNO SOLO CON VERTICE LEADER”
«I negoziati di pace con la Russia sono sospesi»: l’annuncio è stato dato dal capo della delegazione Ucraina, Mikhaylo Podolyak, confermando quanto già negli corsi giorni Kiev aveva ribadito rispondendo alle dichiarazioni russe circa trattative ancora aperte.
Lo scenario, almeno da questo punto di vista, è semplice: l’Ucraina pone come condizione per la pace il ritiro delle truppe russe e la non cessione di territori al Cremlino; di contro, Mosca non intende accettare tali richieste e anzi punta ad ottenere maggiori territori “sul campo” per poi avere spazio negoziale di forza nelle trattative, con Crimea e Donbass come obiettivi principali. In tre mesi e passa di guerra non si è arrivati neanche ad un minimo accordo – se si esclude l’evacuazione dell’acciaieria Azovstal di Mariupol – e la diplomazia internazionale in questo senso ha dimostrato ancora una volta tutta la sua impotenza nel merito. Bene, ora Kiev ribadisce la sua contrarietà a negoziati in cui viene richiesto una cessione di territori, e rilancia sempre con Podolyak: «il moderatore potrebbe essere il presidente Zelensky. non darà nulla per salvare la faccia di Putin: la società ha già pagato un prezzo enorme».
ZELENSKY SUI NEGOZIATI: “NO CESSIONE TERRITORI PER LA PACE”. REPLICA RUSSIA
Dopo l’intervento da Davos dove ha ribadito la dura reprimenda a Nato e Occidente per fare ancora abbastanza contro la Russia, il Presidente dell’Ucraina Zelensky è tornato nei suoi consueti video-messaggi da Kiev a richiamare l’attenzione sui negoziati di pace. Fermo restando la sospensione attuale dei colloqui, il leader del Paese invaso lo scorso 24 febbraio chiarisce una volta per tutte: «no alla cessione di territori in cambio di pace».
La dura risposta del Presidente viene dopo le dichiarazioni dell’ex Segretario di Stato Usa, Henry Kissinger, il quale aveva sostenuto da Davos come l’Occidente debba rinunciare a «sconfiggere la Russia» (cit. by Von der Leyen, ndr) e con il riconoscimento di Crimea e parte del Donbass a Mosca il conflitto poteva concludersi all’istante. Zelensky non ci sta a ribatte: «emerge dal profondo passato, il suo calendario non è il 2022, ma il 1938. Dietro a tutte queste speculazioni geopolitiche di coloro che consigliano all’Ucraina di cedere qualcosa alla Russia, i ‘grandi geopolitici’ sono sempre restii a vedere la gente comune». Ancora da Kiev il leader del Governo aggiunge «Qualunque cosa faccia lo stato russo, c’è qualcuno che dice: teniamo conto dei suoi interessi. Nonostante migliaia di missili russi abbiano colpito l’Ucraina. Nonostante le decine di migliaia di ucraini uccisi». Zelensky aveva anche riproposto come condizione dei negoziati il ritiro delle forze russe dai territori ucraini, trovando però la netta contrapposizione del Cremlino che con il vice ministro degli Esteri Andrei Rudenko ancora ieri ripeteva, «difficilmente possiamo valutare questa affermazione come costitutiva. Vorrei ricordare che l’Ucraina ha partecipato attivamente ai negoziati, dal primo giorno dell’inizio dell’operazione militare (invasione russa, ndr) e non ha posto alcuna condizione. E se ora stabiliscono queste condizioni, questo ci costringe a dubitare della sincerità del loro desiderio di trovare una soluzione pacifica».