I Negramaro sono tra gli artisti che si esibiranno al Concerto del Primo Maggio a Roma sul palco del Circo Massimo. La band, recentemente intervistata dal Corriere della Sera ha ribadito che suonare in questa particolare occasione è sempre una grande gioia e che regala sempre ricordi speciali, specialmente perchè, come ha sottolineato il cantante Giuliano Sangiorgi: “Dalla terrazza di casa mia vedo piazza San Giovanni e ogni volta penso alla gioia che ci ha regalato il Concertone, avevamo il cuore a mille“.
Proseguendo poi a parlare dell’esperienza, in particolare del primo anno di partecipazione, nel 2004 quando ancora il gruppo era poco conosciuto al grande pubblico: “Eravamo piccolissimi. Promettemmo mari e monti televisivi a parenti e amici, ma poi alla fine la nostra esibizione fu tagliata in tv, forse per trasmettere il tg”, aggiungendo: “Comunque è stato uno dei palchi che mi ha emozionato di più, suonare nella capitale del mondo, davanti a tutta quella gente…lì sono successe cose che mi hanno cambiato la vita“.
Negramaro, Concerto Primo Maggio Roma: “In Italia mancano le band ma c’è molto underground”
I Negramaro saranno sul palco del Circo Massimo, location inedita per il Concertone del Primo Maggio, ed in vista dell’esibizione, tra le più attese, soprattutto dopo il successo ottenuto con il brano “Ricominciamo tutto” presentato a Sanremo 2024, hanno rilasciato un’intervista al Correre della Sera, nella quale sono stati ripercorsi alcuni dei momenti più importanti della loro carriera e di quali sono state le maggiori influenze musicali fin dagli inizi.
Il cantante e leader storico della band, Giuliano Sangiorgi ha raccontato in particolare di essere rimasto molto colpito dall’esibizione dei Radiohead nel 1995, quando andò al Concertone come spettatore: “Nel 1995, avevo 16 anni e suonavo la chitarra. Ero fissato con Satriani, Malmsteen, Clapton, Pino Daniele. Poi al Concertone vedo un biondino punk, Thom Yorke, con i Radiohead che attaccano Fake Plastic Trees. Ho pensato: si fa così, si colpisce al cuore senza ostentare la tecnica“. E per quanto riguarda la scena italiana attuale ha detto: “Mancano le band in Italia, A parte Måneskin e The Kolors ci sono meno gruppi, tranne che nell’underground“.