Il cancelliere austriaco Karl Nehammer ha avuto un incontro Vladimir Putin a Mosca. Il confronto è durato oltre un’ora. I temi trattati sono stati quelli relativi alla guerra in Ucraina. L’obiettivo era quello di “gettare i ponti per un dialogo” che conducesse verso la pace, ma così pare non sia stato. 

“Il colloquio è stato molto duro e franco, non amichevole”, ha precisato Karl Nehammer al termine dell’incontro. Il numero uno austriaco avrebbe detto al presidente russo che “la guerra deve cessare, perché in guerra ci sono solo sconfitti da entrambe le parti”. Nel caso in cui non ci sia un passo indietro, inoltre, ha ribadito che “le sanzioni resteranno in vigore e saranno eventualmente inasprite”. In tal senso, si sarebbe anche parlato dei crimini di guerra commessi a Bucha e in altre città, sottolineando la “necessità di un’inchiesta internazionale”. È questo quello che filtra, secondo quanto riportato dalla tv Orf, dalla cancelleria.



Nehammer (cancelliere austriaco) incontro con Putin: il presidente russo non fa passi indietro

Vladimir Putin, da parte sua, non sembra essere disposto ad un passo indietro neanche a seguito dell’incontro con Karl Nehammer, che avrebbe dovuto rappresentare un apripista verso un dialogo che dovrebbe portare alla pace in Ucraina. Il numero uno della Russia, in tal senso, “non si fida della comunità internazionale e del diritto internazionale”. A seguito di  tale affermazione, il cancelliere austriaco avrebbe invece ribadito l’importanza di questi elementi, ma non sarebbe riuscito a convincerlo.



Nonostante ciò, il presidente russo avrebbe invece manifestato fiducia “nel processo di Istanbul, negli sforzi diplomatici e nei colloqui in Turchia”. Il processo di Istanbul, secondo Nehammer, “è attualmente l’unico formato possibile per un confronto tra russi e ucraini”. La speranza di una fine imminente della guerra, tuttavia, è quasi inesistente. Vladimir Putin, da parte sua, continua infatti a sostenere la tesi della “operazione militare speciale” e starebbe preparando un “attacco brutale e massiccio” nell’est dell’Ucraina.

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