Il Coronavirus in Gran Bretagna? “Lo hanno portato italiani e spagnoli”: è questa la curiosa, per non dire quasi offensiva, tesi dell’epidemiologo britannico Neil Ferguson che ha provato a giustificare i drammatici dati della pandemia Oltremanica, dovuti in realtà anche a una risposta tardiva del governo guidato da Boris Johnson e a una sventurata sottovalutazione iniziale quando invece altri Paesi del Vecchio Continente già erano in lockdown, ricorrendo alla strategia di cercare dei presunti ‘untori’. Insomma il caro, vecchio leitmotiv del nemico esterno che questa volta viene individuato negli abitanti dell’Europa del Sud e di due degli Stati maggiormente colpiti dal Covid-19. Ferguson (che pure in passato si era segnalato per degli interessanti studi su modelli matematici per fornire dei dati sull’influenza suina del 2009 e che tra i primi aveva fatto notare lo scorso febbraio come i casi reali di contagio in Cina fossero sottostimati) è cascato sulla classica buccia di banana spiegando a suo dire che non bisognava preoccuparsi delle persone che arrivavano dall’estremo Oriente. Peccato, tuttavia, che lo stesso 52enne epidemiologo poi dal punto di vista personale non si sia dimostrato così irreprensibile, facendosi ‘beccare’ dai tabloid inglesi con la sua amante… in pieno lockdown.
EPIDEMIOLOGO UK, “VIRUS PORTATO QUI DA ITALIANI E SPAGNOLI”
A peggiorare la situazione è stato non solo il fatto che Ferguson, membro dell’Imperial College londinese, ha pronunciato queste parole davanti alla Camera dei Lord ma anche che l’accusa sia arrivata proprio da un accademico e stimato scienziato che non ha brillato particolarmente per coerenza nelle scorse settimane: come accennato poco sopra, infatti, l’epidemiologo era finito al centro di uno scandalo -tanto da doversi dimettere dal suo ruolo di consulente scientifico di Boris Johnson- per aver trascorso furtivamente del tempo con la sua amante in barba a tutte le norme e restrizioni, venendo però poi pizzicato dai paparazzi britannici. Anche per questo motivo giustificare le oltre 50mila vittime nel Regno Unito puntando il dito contro gli ‘untori latini’ gli è valso una nuova ondata di critiche: ma l’impressione è che a quelle latitudini questa sia solo la prima avvisaglia di un redde rationem a cui politici e scienziati andranno incontro dato che l’opinione pubblica ora chiede loro conto del fatto che i dati della pandemia, in termini di contagi e morti, siano i peggiori in Europa. Anche rispetto alle tanto biasimate Italia e Spagna che hanno vissuto prima il dramma e avrebbero dovuto essere un campanello d’allarme: e sorprende che questa infelice uscita venga proprio dal professore che ha fortunatamente consigliato a Johnson di mettere in atto quanto prima il lockdown, evitando al Paese un numero di morti ancora maggiore…