Filippo Neviani, in arte Nek, nel corso di una intervista a Specchio, ha parlato dell’incidente alla mano avuto due anni fa, quando si tagliò con una sega circolare in un momento di distrazione. “È una situazione che mi ha cambiato la prospettiva del futuro, facendomi rivedere le mie priorità. Mi ha reso ancora più testardo, mi ha spinto a non mollare la presa. Mollare è solo uno stato mentale e l’ho provato sulla mia pelle”.



Gli attimi successivi all’incidente sono stati i più drammatici. L’anulare è quasi saltato via e il dito medio per metà. “Durante i primi minuti, dove ho rischiato di perdere due dita, il mio cervello ha abbandonato completamente la mano sinistra, per istinto di sopravvivenza”. Poi i medici sono riusciti a salvare l’arto con un intervento di diverse ore, ma la funzionalità non è tornata ad essere quella di prima. “I primi mesi sono stati difficili perché dovevo rieducare la mia mente a percepire di nuovo la mano, a usarla. Non è stato facile. Quando il tuo arto non si muove più come vorresti, ti arrabbi e ti preoccupi. Ti domandi come farai”, ha raccontato.



Nek: “Incidente a mano mi ha cambiato, ora non mollo mai”. Il ritorno alla musica

Nek, nonostante il grave incidente alla mano, è tornato presto a suonare. “La soluzione era non piangersi addosso e lottare”, ha rivelato a Specchio. Adesso, però, la sua vita è diversa. “Non riprenderò mai completamente la manualità per ragioni morfologiche. La mia mano non si estende completamente e una parte delle dita ha perso la sensibilità. Però suono comunque la chitarra: volere è potere”.

Ad aiutarlo in questo percorso è stata anche la religione. Non si è mai sentito abbandonato da Dio nonostante le difficoltà. “Se il Signore fosse intervenuto, sarebbe stato un limite al libero arbitrio dell’uomo. Noi nasciamo liberi, con tutto quello che comporta. La fede non risolve i problemi: ti aiuta semmai ad affrontarli”, ha concluso.