Nek tra i protagonisti de L’Anno che verrà: tv e musica il binomio perfetto?

C’è anche il cantante emiliano Nek tra i protagonisti de L’Anno che verrà, lo show di Raiuno che saluta il 2022 e celebra l’arrivo del nuovo anno. L’artista è pronto a scaldare il pubblico con i suoi migliori successi sfornati nel corso di una carriera lunga un trentennio. In questi anni Nek ha saputo rinnovarsi, riadattandosi alle nuove generazioni ma senza perdere mai lo stile che lo ha consacrato come un big della musica italiana. Tra musica e televisione, l’agenda del cantante emiliano resta fitta di impegni. Un modo di agire e operare che, evidentemente, lo fa sentire vivo alla soglia dei cinquant’anni.



La televisione non sostituirà mai la musica ma resta uno spazio che mi si prospetta davanti, mi piace mettermi in gioco e mi piace il linguaggio alternativo alla musica. Ogni tanto mi sposterò verso la telecamera, mi piace essere poliedrico, mi stimola parecchio”, ha confidato in una bella intervista rilanciata da tg24.sky. I trent’anni di carriera sono un traguardo importante, che però spaventano l’artista di Sassuolo “perché bisogna puntare a farne altrettanti. La sfida è tenere l’asticella a un certo livello e se possibile alzarla”.



Nek e i retroscena sugli esordi: “Ci sono delle critiche che mi hanno segnato profondamente…”

I fan di vecchia data, di sicuro, continueranno a seguirlo e a sostenerlo nei prossimi progetti. Gli stessi che hanno creduto in lui quando, nel 1993, cantava “In te”, ovvero il brano che lo lanciò tra i giovani al Festival di Sanremo. In quell’occasione, Nek, arrivò terzo mentre a vincere nella categoria fu Laura Pausini con “La solitudine”. “Fu un Festival complicatissimo per colpa della critica, che mi mise alla gogna”, ha spiegato il cantante emiliano a rockol.it, per quanto riguarda le critiche sul testo.



“Quelle critiche mi hanno segnato. Io raccontavo una storia vera: quella del mio paroliere. Mi aveva commosso parecchio. Pensai che la carriera fosse finita, dopo quella gogna mediatica. Invece alle radio cominciarono ad arrivare le telefonate delle persone che chiedevano di passare la canzone…”.