Le proiezioni sulla popolazione di Eurostat portano buone e cattive notizie. Nel 2100 gli italiani vivranno infatti più di 90 anni: circa 9 anni in più di aspettativa di vita alla nascita per gli uomini e 8 anni per le donne. Ma non mancano i contro: come evidenziato dal Corriere della Sera, saremo quasi 9 milioni in meno e la percentuale di persone dipendenti crescerà di quasi il 27 per cento.
Popolazione sempre più centenaria, con quasi un decennio di vita in più. Entrando nel dettaglio del rapporto Eurostat, l’aspettativa di vita alla nascita per i maschi sarà di 89,9 anni, mentre per le femmine sarà di 93,5 anni. L’Italia dovrebbe confermarsi ai primi posti in Europa per longevità, dietro soltanto a Spagna, Islanda, Norvegia e Svizzera.
Il rapporto Eurostat sulla popolazione al 2100
Entrando però nel dettaglio dell’analisi degli esperti, la popolazione italiana diminuirà sensibilmente: nel 2100 saremo 50 milioni e 194mila circa stimati, contro i 59 milioni e 30.133 dell’anno 2022. Per quanto concerne le variabili provinciali, al Sud cresce l’aspettativa di vita. Il record di aumento per la popolazione maschile spetta a tre comuni campani: Caserta (12,4%), Caltanissetta (12,4%) e Napoli (12,1%). Minor aumento invece a Firenze, Trento, Perugia e Rimini, tutte con il +8,7 per cento. Per quanto riguarda il mondo femminile, boom a Siracusa (11,1%), Napoli (11,1%) e Ragusa (10,9%). Sul versante opposto troviamo invece Treviso (7,9%), Cagliari (8%) e Macerata (8,1%). In rialzo, inoltre, la quota di persone dipendenti: rispetto al 2022, saranno il 26,7 per cento in più nel 2100 a essere «dipendenti» dai più giovani.