Caro direttore,
ieri mattina ho appreso da fonti attendibili e autorevoli della scomparsa dal cosiddetto decreto Agosto delle norme che avrebbero dovuto tutelare i nostri asset strategici quali Borsa Italiana e Mediobanca.
Nel primo caso la bozza del decreto all’articolo 67 avrebbe assegnato a Consob gli stessi poteri della Financial Conduct Authority, la Consob inglese, e di quella spagnola, la Commisión Nacional del Mercado de Valores, in quest’ultimo caso assegnati in vista del matrimonio con la borsa elvetica (Six group). Non voler proteggere le nostre infrastrutture finanziarie come fanno ad esempio i vicini francesi è anacronistico oltre che deleterio: significa lasciare i processi che influenzeranno l’economia italiana dei prossimi decenni in mano altrui.
La norma che riguardava la Borsa andava a coprire un vuoto normativo fondamentale per l’operatività di Consob. Una cosa è acconsentire al “subentro” di altro attore al posto del London Stock Exchange nel caso in cui fosse imposto agli inglesi di vendere da parte dell’antitrust comunitario, dando alle autorità di vigilanza strumenti migliori di controllo e moral suasion di quelli attuali. Un’altra cosa è cedere non solo Borsa ma anche i presidi necessari di vigilanza. Sarebbe interessante capire le motivazioni alla base di tale scelta e se ciò sia stato dettato da rapporti nella maggioranza con le istituzioni estere interessate e che hanno spinto ad una retromarcia del genere.
Ma perché alla Consob italiana non vengono assegnati gli stessi poteri che Madrid ha dato alla Cnmv proprio in un momento in cui, come per l’infrastruttura italiana, si intravedevano delle operazioni straordinarie? O perché non imitare i britannici spesso presi a modello dal nostro premier (indimenticabile la performance in cui imitava Churchill)?
Due domande cui non so trovare una risposta, se non quella che forse in una eventuale due diligence e successiva negoziazione si voglia abbassare il valore dei nostri asset, in modo da cederli a sconto. Mi chiedo inoltre che fine abbia fatto l’intenzione palesata da parte del Governo, e in particolare da esponenti del M5s, di creare una cordata italiana attorno a Borsa. Tutto finito nel cilindro del prode Conte che sta svendendo l’Italia per tirare a campare?
Ieri è uscita la mia nota e dopo qualche ora anche quella, più o meno dello stesso tenore della mia, dei colleghi 5 Stelle del gruppo in Commissione Finanze alla Camera. A questo punto spero che il buonsenso prevalga e il governo freni gli incomprensibili disegni renziani contrari non solo a logiche di mercato (vedi sopra esempi UK e Spagna) ma soprattutto all’interesse degli italiani che meritano un governo che valorizzi e non svenda a sconto gli asset del paese.