L’ex capo di stato maggiore della Difesa, l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, ha ragionato sulle tensioni nel Mar Rosso sulle pagine del Foglio, partendo dall’annunciato avvio di una missione europea che si affiancherà a quella già lanciata dagli USA. Da diverse settimane, infatti, nella stretta striscia marittima tra Africa e Medio Oriente, i ribelli yemeniti Houthi assaltano le navi commerciali che vi transitano, al fine di supportare lo sforzo bellico di Hamas, indebolendo il commercio israeliano. Così, il Mar Rosso è diventato l’ennesimo fronte della guerra a Gaza, nel quale, però, secondo l’ammiraglio Binelli Mantelli, sembra mancare una sorta di coordinamento internazionale, specialmente per quanto riguarda le azioni intraprese dai vari stati europei.
Binelli Mantelli: “Nel Mar Rosso non voltiamo le spalle agli USA”
Secondo Binelli Mantelli, per difendere le rotte mercantili nel Mar Rosso, l’Europa potrebbe “spostare l’area delle operazioni della missione Atalanta“, tenendo presente, però, che “quella degli Houthi è una minaccia diversa da quella della pirateria somala”. Positivo, secondo l’ammiraglio, il piano formulato da Borrell che prevede lo schieramento di tre fregate, di supporto a quelle americani ed inglesi, ma rimane importante, secondo lui, chiarire se si vuole attuare “una missione con scopi difensivi oppure una che sferri attacchi preventivi”.
Centrale, secondo Binelli Mantelli, sarebbe la formulazione di un piano europeo condiviso e comune per il Mar Rosso, specialmente dopo che gli USA hanno ottenuto il supporto fisico di Regno Unito e Olanda, quello formale di Germania e Danimarca, mentre Italia, Francia e Spagna hanno deciso di agire autonomamente. Il nodo centrale, infatti, è che tanto in Italia, quanto nel resto d’Europa, “dopo la caduta del muro di Berlino ci si è illusi che bastasse investire nelle fanterie leggere e nelle forze speciali“, mentre l’attualità dimostra l’importanza degli investimenti nella Difesa. Sul Mar Rosso, spiega Binelli Mantelli, “bisogna correre ai ripari e rivolgersi agli americani”, perché “voltargli le spalle rischia di essere una tendenza pericolosa“, specialmente se qualche stato decidesse di attaccare l’Europa.