Il 2023 era l’anno del centenario della Walt Disney ed è stato l’anno dei flop. Al botteghino i biglietti staccati sono stati pochi per The Marvels, La casa dei fantasmi, Wish e l’ultimo Indiana Jones; la piattaforma streaming fatica a decollare e i parchi divertimento sono alla frutta. Non lo dico io questo, ma i fatturati: manca un incasso previsto di minimo 900 milioni di dollari, il valore delle azioni in calo profondo e uno degli investitori nella company, Nelson Peltz… incassato nero, visto che vi aveva investito tre miliardi. Gestioni errate, idee stralunanti e un’adesione a una visione tutta incentrata su una politica attenta alle ingiustizie sociali, ai diritti di genere e di etnia, sessismo e al politicamente corretto. E allora una Biancaneve nera, un’abolizione della figura dei nanetti e un merchandising a senso unico Lgbtqia+. Questi solo alcuni esempi, ci sarebbe molto altro ma mi fermo qui.
Se il pubblico mondiale non ha gradito, tutto nel suo diritto visto che caccia i schei, il giornale The Guardian lo ha accusato di razzismo: assurdo, un mondo capovolto.
E adesso vi propongo Nell – Rinnegata, miniserie di otto puntate sulla piattaforma Disney e le considerazioni socio-culturali e storiche le esprimo in coda.
Inghilterra, Tottenham 1705, Nelly Jackson, che si fa chiamare solo Nell, torna a casa dopo la guerra dove il marito militare è morto. Il padre gestisce una taverna aiutato dalla sorella adolescente Roxy e dalla piccola e sveglia George. Il giovane riccone Thomas, figlio del magistrato della regione, la fa da padrone e uccide il padre di Nell. Successivamente in cerca di giustizia la nostra protagonista si reca dal padre-magistrato ma avviene il fattaccio: il figlio lo uccide davanti alla sorella Sofia.
Nell viene incolpata e fugge con le due sorelle, per sfamarle assalta le carrozze dei benestanti. A lei si unisce Rassellas, un servitore ex schiavo del magistrato che sa la verità e che si innamora di Roxy. Ben presto Nell diventa la ricercata più famosa d’Inghilterra. Dalla sua ha lo spiritello volante Billy Blind, tipo il Trilly di Peter Pan, che la consiglia (non sa mai cosa fare) e che nei momenti in cui si deve difendere le scocca una scintilla di magia che la rende invincibile: ferma le pallottole con la mano, volteggia come i cinesi de La foresta dei pugnali volanti, lancia gli avversari come se fossero palle da baseball.
Chiede allo spiritello: Perché mi accade questo?
E lui: Forse hai un compito che non sappiamo e io sono stato mandato qui per aiutarti. Da chi? Non lo so.
È braccata da mercenari e soldati dell’esercito sotto la guida del consigliere della regina d’Inghilterra, il conte Poynton, il cui scopo è detroneggiare la reale. Nel suo piano coinvolge con magie e arti malefiche Thomas e Sofia. La lotta è dura, ma alla fine Nell ce la farà e i due figli del magistrato rinsaviranno.
La serie è una produzione britannica in costume con cavalli, cappa e spada, parrucche, carrozze, le pianure inglesi e i suoi bei castelli. Scorre e avvince, abbiamo avventura, azione, comicità e fantasy. Nell è Lousia Harland, attrice di varie serie tv e pochi film così come gli altri giovani attori. Tra essi si distingue nella trama Frank Dillane nei panni di Charles Devereux, un estroverso e cialtronesco bandito che si allea volente o nolente con Nell. Due sono le vecchie volpi famose in patria: Adrian Lester che veste il cattivo Poynton, protagonista della vivace (per me) serie Hustle – I signori della truffa (andò in onda una decina d’anni or sono su La7, con una quarantina di puntate) e l’ancor bella Joely Richardson, figlia di Vanessa Redgrave che è la proprietaria del primo giornale inglese, nonché fidanzata, nonostante la diversità d’età, del furfante Devereux.
Non ci sono scivoloni woke (non mi piace l’inglesismo, ma sintetizza in una parola i vari termini scritti all’inizio) a parte un bacio improvviso sulla bocca da parte di una svampita futura apprendista giornalista.
Abbiamo il cattivo Poynton che è un nero, Nell e le sorelle sono bianche così come Sofia e Thomas, che da malvagi si ravvedono, mentre chiaramente l’ex schiavo Rassellas è per forza di cosa un nero.
Una fiction normale, vecchio stampo, in cui c’è la lotta del bene contro il male, della giustizia e verità contro le tresche malefiche e usurpatrici.
Il bene in questione è il compito che senza saperlo ha Nell, sventare le trame di potere e del male del conte Poynton contro la regina. Non di più, ma è una storia tutta inglese e per loro è solo Dio (quale?) salvi la regina.
Ma ora parliamo del contesto storico. Scusate l’ignoranza, ma non avevo mai sentito parlare dei giacobiti che nel film sono capeggiati dal malvagio Poynton per scalzare la regina. Esistiti veramente cercarono di riportare sul trono d’Inghilterra un re cattolico, ma furono sconfitti. Qui mi fermo, non è il mio campo, ci vorrebbe una studiosa come Elisabetta Sala conoscitrice della storia inglese per un giudizio veritiero e approfondito.
L’ideatrice e sceneggiatrice e la produzione della serie tv è sono chiaramente britannici e gli inglesi sappiamo che sono come il Marchese del Grillo (io so’ io e voi…), ma all’ennesima potenza. E accomunare il malvagio e il male ai papisti mi ha lasciato un amaro retrogusto.
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