I giornalisti Nello Trocchia e Sara Giudice, rispettivamente firma del Domani e inviata di PiazzaPulita su La7, sarebbero stati iscritti nel registro degli indagati per l’ipotesi di violenza sessuale di gruppo a seguito di una denuncia che una collega avrebbe presentato nei loro confronti nel febbraio 2023. Una vicenda per la quale la Procura, riporta Il Corriere della Sera, poche ore fa avrebbe chiesto l’archiviazione “perché il fatto non sussiste”.



Il caso sarebbe salito alla ribalta con un articolo del quotidiano La Verità, ma i contorni appaiono complessi al punto che la difesa dei due cronisti, coppia nella vita privata, avrebbe già pronta una denuncia per calunnia a carico della donna. La palla ora sarebbe passata al gip: stando a quanto ricostruito da Repubblica, l’udienza decisiva davanti al giudice per le indagini preliminari sull’istanza di archiviare, già proposta dal pm e contro la quale la presunta vittima avrebbe fatto opposizione, sarebbe stata fissata per il prossimo dicembre, quando sarà trascorso oltre un anno e mezzo dai presunti fatti.



Nello Trocchia e Sara Giudice, giornalisti accusati di violenza sessuale da una collega

Secondo quanto riporta La Verità, Nello Trocchia e Sara Giudice risulterebbero indagati a Roma per violenza sessuale di gruppo con l’aggravante dell’uso di sostanze alcoliche o stupefacenti, ai sensi degli articoli 609 octies e 609 ter del Codice penale, dopo quanto denunciato da una collega con cui avrebbero trascorso una serata in un locale di Trastevere.

La donna, si legge su Repubblica, si sarebbe presentata alla Squadra mobile il 2 febbraio dello scorso anno e avrebbe raccontato di aver subito molestie sessuali il 29 gennaio precedente, a conclusione di una festa organizzata proprio per festeggiare il compleanno della giornalista Sara Giudice. Avrebbe riferito di aver bevuto qualcosa prima di ritrovarsi a bordo di un taxi con Nello Trocchia e Sara Giudice, ma non ricorderebbe chi le ha passato il bicchiere. Da quel momento, riporta ancora il quotidiano, i suoi ricordi sarebbero sbiaditi.



Secondo la denuncia di cui parlano La Verità e Repubblica, la giornalista avrebbe detto di essere stata baciata e palpeggiata da entrambi e di non essere riuscita a reagire. Avrebbe rifiutato di salire a casa con i due colleghi e si sarebbe rifugiata nel taxi per poi tornare nella propria abitazione. Al risveglio, questa la ricostruzione che avrebbe fatto alla polizia, il suo stato non sarebbe migliorato e per questo avrebbe deciso di sottoporsi alle analisi delle urine. L’esito avrebbe evidenziato tracce di Ghb, farmaco noto come “droga dello stupro”. L’esame condotto poi su disposizione della Procura avrebbe dato esito negativo (la difesa della donna avrebbe contestato le metodologie e incassato un no alla richiesta di un test sul capello dell’assistita).

Nello Trocchia e Sara Giudice, la nota dei legali della coppia di giornalisti sul caso del presunto stupro di gruppo

Il pm titolare del fascicolo avrebbe chiesto l’archiviazione e la decisione del gip sarebbe attesa nel corso di un’udienza in programma a dicembre. Nello Trocchia, riporta Repubblica, avrebbe confermato le effusioni in taxi e che la collega, senza alcuna costrizione, avrebbe infine cambiato idea prima di salire in casa con loro. Secondo la versione che sarebbe stata fornita da Sara Giudice, a prendere l’iniziativa sarebbe stata proprio la donna che poi li avrebbe denunciati.

In una nota riportata da Adnkronos questa mattina, i legali della coppia di giornalisti indagati criticano l’articolo de La Verità e sottolineano come “la Procura della Repubblica di Roma, dopo approfondite indagini durate diversi mesi, ha deciso di non esercitare l’azione penale e per questo ha chiesto l’archiviazione” delle posizioni di Nello Trocchia e Sara Giudice.

Secondo gli avvocati che assistono i due giornalisti, quella del quotidiano sarebbe una “ricostruzione odiosa e falsa” che va contro quanto emerso dalle indagini: “La totale infondatezza della denuncia e della versione della denunciante“. I difensori di Nello Trocchia e Sara Giudice hanno inoltre annunciato che verranno intraprese tutte le azioni legali utili a tutelare la loro reputazione e che “nei confronti della denunciante si profila il reato di calunnia“.