Dov’è sepolto Nelson Mandela? La storia vera di La lunga strada verso la libertà non ci racconta questi particolari sul leader politico nato a Mvezo il 18 luglio del 1918 e morto a Johannesburg il 5 dicembre del 2013. Il 28 marzo 2013 venne ricoverato a Pretoria a causa di una brutta infezione polmonare arrivata dopo una brutta tubercolosi che aveva accusato in carcere. Dopo essersi ripreso venne ricoverato nuovamente l’8 giugno del 2013 con le condizioni che si aggravarono 24 dello stesso mese. Morì nella sua casa di Johannesburg a 95 anni. Il primo annuncio ufficiale arrivò da Jacob Zuma, Presidente del Sudafrica, in televisione. Oggi è sepolto nella tomba di famiglia del cimitero di Qunu dove aveva passato la sua infanzia. Venne reso noto come il feretro fosse stato avvolto dalla bandiera del suo paese. Sicuramente una storia molto emozionante che permise a Nelson Mandela di entrare ulteriormente nel cuore del suo popolo. (agg. di Matteo Fantozzi)
“Colui che provoca guai”
Non tutti sanno l’origine del nome di Nelson Mandela, protagonista della storia vera alla base del film “La lunga strada verso la libertà”. Il cognome è stato preso dal nonno paterno, mentre Nelson gli fu assegnato direttamente alle scuole elementari. Interessante è la storia sul suo secondo nome “Rolihlahla” che letteralmente vuol dire “colui che provoca guai” e gli fu dato alla nascita, probabilmente per qualche episodio legato alla sua famiglia. In molti l’hanno chiamato per tutta la vita Madiba, il suo nome all’interno della tribù dell’etnia Xhosa. Come capita molto spesso gli africani hanno una storia che va indietro nel tempo per il loro nome e che ci mostra la storia di quelli che erano i loro avi. Così è stato anche per Mandela che ha sempre dimostrato nel tempo di avere ferma fede nelle sue origini, in grado sempre e comunque di difenderle di fronte a ogni situazione. Vedremo cosa si racconterà di questo straordinario personaggio nel film in onda in televisione e che ci metterà di fronte a una storia vera indimenticabile e da seguire dall’inizio alla fine. (agg. di Matteo Fantozzi)
Una delle figure più importanti e nobili della nostra epoca
Nelson Mandela, la sua storia nel film “la lunga strada verso la libertà” in onda lunedì 8 giugno 2020 in prima serata su Canale 5. Un lungo viaggio alla scoperta di una delle figure più importanti e nobili della nostra epoca raccontato nel biopic diretto da Justin Chadwick e ispirato all’autobiografia Lungo cammino verso la libertà scritto proprio dall’attivista antiapartheid. Mandela, all’anagrafe Nelson Rolihlahla, è nato il 18 luglio del 1918 a Mvezi, nel sudest del Sudafrica. Si iscrive alla facoltà di legge dell’università di Fort Hare, ma viene espulso nel 1940 dopo che ha capeggiato una manifestazione studentesca. Pochi anni dopo, nel 1944, è tra i fondatori dell’African national congress (Anc), uno dei partiti africani più importanti nato con l’obiettivo di mettere la parola fine alle ingiustizie e alle sofferenze subite dai neri da parte dal Partito nazionale guidato dai bianchi. Sono anni di grandi sofferenze e violenze per la popolazione dei neri che confluiscono con l’apartheid, la politica di segregazione razziale istituita nel 1948 dal governo di etnia bianca del Sudafrica. Nel 1952, in piena apartheid, Mandela viene arrestato e successivamente accusato di tradimento, ma viene assolto. Dieci anni dopo Nelson viene nuovamente arrestato con l’accusa di aver lasciato il paese senza alcuna autorizzazione, ma anche per aver organizzato della manifestazioni di protesta. Questa volta però non viene assolto, ma condannato a cinque anni di prigione e ai lavori forzati.
Nelson Mandela biografia: dalla prigione alla libertà
Cinque anni di prigione e lavori forzati: questa è la condanna che viene inflitta a Nelson Mandela quando viene arrestato per la seconda volta. La situazione però diventa ancora più grave quando vengono arrestati alcuni metri della MK; Mandela viene coinvolto nel loro processo e accusato di aver complottato con loro per rovesciare il governo. Un’accusa pesantissima che in tribunale lo porta ad essere condannato il 12 giugno del 1964 all’ergastolo. Mandela viene così rinchiuso nel carcere di massima sicurezza sull’isola di Robben Island, al largo di Città del Capo dove trascorre 27 lunghi anni della sua vita. Soffre in silenzio, ma intanto fuori dalla prigione il suo nome diventa sempre più importante al punto da diventare un simbolo internazionale di resistenza, un punto di riferimento per tutti quelli che vengono accusati di razzismo. Intanto il governo del Sudafrica viene isolato essendo considerato uno stato razzista e l’ultimo presidente bianco Frederik Willem de Klerk decide di concedergli la grazia. Il giorno 11 febbraio 1990, Nelson Mandela viene liberato.
Nelson Mandela: Premio Nobel per la Pace
Una volta uscito di prigione Nelson Mandela decide di dedicare la sua vita alla popolazione nera; prima di tutto sospende la lotta armata e nel 1991 diventa presidente dell’African national congress e, dopo un incontro con il Presidente bianco Frederik Willem de Klerk, si accordano per un compromesso in modo da evitare una guerra civile. Nel 1991 nasce la Convenzione per un Sudafrica democratico (Convention for a democratic South Africa, Codesa) che ha come scopo quello di creare un governo eletto dai singoli cittadini. Un accordo destinato a cambiare per sempre le sorti dei Sudafrica e che ha una ridondanza mondiale, visto che sia Nelson Mandela che Frederik Willem de Klerk vengono insigniti nel 1993 del Premio Nobel per la Pace con la seguente motivazione: “per aver posto le basi per un Sudafrica nuovo e democratico”. Il 27 aprile del 1994 si svolgono le prime elezioni democratiche in Sudafrica che vedono trionfare Nelson Mandela con il 62% delle preferenze diventando così il Primo Presidente Nero del Sudafrica. Una data che ha cambiato la storia e che ha visto Mandela occuparsi in prima persona delle rinascita del paese puntando sulla pace e sul perdono al punto da assolvere anche chi, durante il periodo dell’apartheid, ha commesso abiti e violenze.