Traduzione sbagliata”. Questa la giustificazione di Nelson Piquet dopo la bufera scoppiata per le frasi razziste su Lewis Hamilton. Forse sperava di cavarsela così il tre volte iridato in F1. Peccato che sia stato diffuso il video integrale. È riuscito a ottenerlo il sito ‘Gran Premio’, scoprendo che ci sono altri passaggi choc dell’intervista rilasciata nel novembre scorso in cui ha parlato di quanto accaduto a Silverstone tra Hamilton e Max Verstappen, compagno della figlia. L’epiteto “negretto” rivolto al da Piquet a Hamilton, pilota della Mercedes, era solo una parte delle offese rivolte.



La tempesta, dunque, anziché placarsi, torna ad abbattersi sul 69enne. Ora la polemica divampa su alcune considerazioni fatte a proposito del 2016. In quella stagione Nico Rosberg, figlio di Keke (iridato nel 1982), beffò di misura proprio Hamilton. “Keke era una mer*a, non aveva alcun valore, proprio come suo figlio Nico. Ha vinto un campionato, ma il ne*retto deve aver dato un po’ troppo il cu*o in quel periodo e per questo non ha guidato bene”, ha detto Piquet prima su Rosberg e poi su Hamilton.



INSULTI CHOC: NUOVA BUFERA SU PIQUET

La posizione di Nelson Piquet rischia di aggravarsi, perché alle frasi razziste si aggiungono gli insulti omofobi. Secondo i media inglesi, il British Racing Drivers’ Club, proprietario di Silverstone, avrebbe sospeso la membership onoraria di Piquet, a cui la Formula 1 non dovrebbe più consentire l’ingresso nel paddock. Negli ultimi giorni il circus si è stretto attorno a Lewis Hamilton, che dal canto suo ha invitato a non dar peso alle uscite di Piquet.

Anche Max Verstappen, compagno della figlia di Nelson, ha preso le distanze dalle parole dell’ex campione, pur affermando di non considerarlo razzista. Chissà cosa ne pensa ora il pilota olandese, campione del mondo in carica, alla luce delle nuove rivelazioni. E chissà cosa avrà da dire ora Nelson Piquet, ma ora è decisamente più difficile trovare la giustificazione giusta di fronte alle accuse di omofobia che si aggiungono a quelle di razzismo.