Si è svolta martedì l’assemblea di Banca d’Italia con i soci principali “congelati”: Intesa Sanpaolo e Unicredit, che superano la soglia del 3% e rappresentano la maggioranza del capitale, non hanno ancora provveduto a ridurre la loro partecipazione come previsto dalla legge 5 del 2014. Dal momento che dalla prossima assemblea, oltre che essere congelati, i soci sarebbero anche sterilizzati nei dividendi succosi previsti, è probabile che nell’anno in corso si assista alla ridefinizione degli assetti proprietari.
Ricordiamo che, per far contenta l’Europa, la legge fu uno degli ultimi atti del governo Letta compiuto fra le proteste dei Cinquestelle e il decisionismo della Boldrini. Venne avviata la completa ed effettiva privatizzazione della Banca d’Italia, concedendo alle banche quotiste un beneficio economico di alcuni miliardi per assecondare il progetto. L’enorme danno per lo Stato veniva camuffato come un più banale e modesto “regalo”.
Fra l’altro, surrettiziamente si metteva in un limbo giuridico l’ingente patrimonio, in particolare le riserve auree, e sottratto al popolo italiano il controllo potenziale della propria moneta. Terminato lo show, anche Beppe Grillo ha scelto temi più demagogici, e i senatori 5 Stelle che avevano avviato l’opposizione al decreto sono stati estromessi dal partito, così ora la vicenda prosegue lontano dai riflettori e la gravità della situazione non riceve alcuna attenzione.
In occasione dell’assemblea, però, il governatore Visco ha dovuto ricordare, almeno indirettamente, il tema degli assetti e solo un articolo di Massimo Mucchetti ha richiamato la vicenda, seppur in maniera paradossale e senza evidenziarne la portata. Lo stesso giornalista/senatore aveva a suo tempo prudentemente disertato il voto sulla legge: perché disturbare i manovratori quando basta solo dichiararsi critico?
Invero, dal punto di vista giuridico esistono dubbi di costituzionalità, di corretta rappresentazione dei dati e di abuso nei confronti dei cittadini, ma il basso profilo sembra sia stato scelto da tutti: dal governo al parlamento ai partiti. Zitte ovviamente le banche che saranno comunque controllate, e non da una autorità pubblica ma da un organismo privato, quale è Banca d’Italia oggi, con funzioni delegate e senza controllo pubblico.
La procedura di cessione delle quote da parte dei soci con oltre il 3% e il futuro assetto proprietario sono assolutamente oscuri. Il governatore si è limitato a dire che le azioni sono state dematerializzate “per favorire un mercato secondario” e che le quote frutteranno almeno il 5% – mentre la legge gli impone solo un tetto massimo del %.
Chi potrà godere di questa interessante opportunità di investimento, facendo monetizzare alle banche i 7 miliardi della rivalutazione? Non saranno certamente i risparmiatori italiani, che debbono accontentarsi di investire all’1-2%. Saranno quei soggetti, banche e assicurazioni, che garantiranno l’autoreferenzialità alla Banca d’Italia, che fra l’altro è persino autorizzata a riacquistare e detenere quote proprie.
Nelle more la Bce, nell’ambito del Qe, ha iniziato ad acquisire garanzie per l’80% sulle somme erogate alle banche europee in crisi. Nel caso italiano vengono rilasciate proprio dalla Banca d’Italia e dovrebbero alla fine ammontare a circa 100 miliardi. Nessun organo dello Stato ha autorizzato tale passaggio, né i soci in assemblea hanno chiesto maggiori informazioni a Visco .
Di fatto, l’oro degli italiani è stato messo impropriamente a garanzia dell’indebitamento delle banche che fanno ricorso alla greppia della Bce: la Germania può stare tranquilla, Draghi non ha messo a repentaglio i suoi soldi ma i nostri!
A questo punto Visco ricopre la carica di governatore con quale funzione? Egli non è più un alto funzionario dello Stato, indipendente dal potere politico ma pur sempre servitore dell’interesse della nazione. Egli svolgerà i ruoli assegnatigli dalla Bce con l’obbligo di eseguire le disposizioni di Draghi nell’interesse dei creditori dell’Italia.
L’oro degli italiani, e non solo, è stato espropriato per combattere la guerra economica in atto, ma diversamente dall’oro alla Patria di mussoliniana memoria, verrà usato contro l’Italia.