Ritorniamo ancora sul tema della gestione del debito pubblico, in quanto pare che cominci a diffondersi il dubbio che qualcosa nella sua gestione meriti maggiore attenzione. I deputati del Movimento 5 Stelle hanno infatti annunciato la predisposizione di un esposto alla Corte dei Conti circa le procedure adottate nella stipulazione dei contratti derivati che, attualmente, costituiscono una perdita enorme – da intendersi proprio come soldi da pagare – per lo Stato. Su questo tema abbiamo già segnalato le affermazioni di ex funzionari del Tesoro, i quali hanno vissuto per anni la sudditanza psicologica e di risorse tecniche nei confronti delle grandi banche internazionali: a fronte dei computer e software avanzati, loro sfoderavano matite e abaco. La novità è che, se anche il Movimento grillino non dovesse insistere sulla questione, la stessa è ormai oggettivamente all’attenzione della Magistratura contabile.
Inoltre, sono ormai molti i casi di derivati sottoscritti dagli enti locali a vario titolo sottoposti al vaglio di qualche giudice. L’importo complessivo dell’indebitamento indiretto degli Enti sta, d’altra parte, spingendo il Tesoro a favorire la chiusura anticipata degli stessi: in sede transattiva si possono più facilmente coprire eventuali “errori” del passato. E non è solo la gestione di swap e swaption che dovrebbe meritare l’attenzione del Procuratore Generale della Corte dei Conti; infatti, l’intera attività del Tesoro, Direzione Debito Pubblico, dovrebbe essere sottoposta a scrutinio: quasi quotidianamente la negoziazione dei tassi di interesse è stata ed è affidata a un ristretto numero di intermediari bancari, molti dei quali sono stati anche sanzionati pesantemente da autorità estere per manipolazione. È possibile che il loro comportamento in suolo italiano sia stato così virtuoso da poter esser additato ad esempio?
Ce lo auguriamo e, per questo, i risultati di un’indagine approfondita sarebbero l’occasione per fugare ogni dubbio e convincerci della corretta gestione. Al momento le audizioni parlamentari del direttore del Tesoro La Via e della direttrice del Debito Cannata non hanno convinto: gli stessi non hanno peraltro riferito neanche dell’esistenza di indagini interne.
E se i simpatici e chiacchieroni deputati pentastellati si interessassero con costanza della vicenda, potrebbero provare a incalzare quotidianamente il Ministro Padoan e cercare di far luce sia sulla gestione ordinaria che sull’anomala impennata dello spread nel novembre 2011, utilizzata sicuramente per dare una spallata a Berlusconi, ma anche per far guadagnare miliardi di euro a chi eventualmente poteva “prevedere” l’andamento dei tassi.