L’autopsia disposta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere potrà stabilire l’origine di bruciature e lividi sul corpo di una neonata morta in culla a Santa Maria a Vico, in provincia di Caserta. Un caso finora avvolto nel mistero e intorno al quale si addensano ombre tutte da risolvere, compresi gli interrogativi sulla versione fornita dai genitori agli inquirenti che indagano sul decesso. Il padre e la madre della piccola, nata un mese e mezzo fa, avrebbero riferito ai carabinieri di averle fatto il bagnetto e di averla messa a dormire, il 2 settembre scorso, per poi accorgersi che non dava segni di vita intorno alle 7. A scoprire la tragedia sarebbe stata la madre, insospettita dal fatto che la figlia non si fosse ancora svegliata. Una volta in camera, avrebbe capito che quel silenzio nascondeva un’atroce realtà.
La donna e il compagno avrebbero lanciato l’allarme chiedendo l’intervento del 118, ma per la neonata non ci sarebbe stato nulla da fare. Il personale sanitario intervenuto sul posto si sarebbe accorto della presenza di ustioni ed ecchimosi sulla piccola, in particolare a carico di addome, gambe e piedi. Sarebbe scattata così la segnalazione immediata alle forze dell’ordine con la conseguente apertura di una inchiesta volta a chiarire cause ed epoca della morte. Il racconto dei genitori, sentiti per ore dai militari, è ora al vaglio degli investigatori.
Neonata morta in culla in provincia di Caserta, sequestrati i cellulari dei genitori
Nell’ambito delle indagini sulla morte della neonata trovata senza vita nella sua culla, in provincia di Caserta, la Procura avrebbe disposto anche il sequestro dei telefonini dei genitori. Cellulari la cui analisi, secondo quanto si apprende, servirà ad accertare se vi siano elementi utili a chiarire cosa è successo nell’abitazione nelle fasi precedenti alla tragedia. Ansa riporta che il padre e la madre della piccola, entrambi giovanissimi, avrebbero raccontato agli inquirenti di un bagnetto fatto alla loro bimba prima di dormire, e del fatto – ancora tutto da verificare – che la bambina fosse rimasta ustionata agli arti inferiori con dell’acqua bollente uscita dal rubinetto per errore. Motivo per cui avrebbero contattato una pediatra proprio per la prescrizione di un medicinale che potesse lenire il dolore e l’esito delle bruciature.
Questa sarebbe la versione del papà e della mamma della neonata, un 26enne e una 19enne già genitori di due figli di 2 e 4 anni presenti nell’abitazione al momento della tragedia. Attesa nelle prossime ore, l’autopsia sarà condotta nel reparto di Medicina legale dell’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano e potrebbe fornire elementi decisivi per chiarire cosa è successo e se il racconto dei familiari avrà un riscontro nell’esame del corpo.