Chiara Petrolini, la ragazza accusata di omicidio volontario dopo il ritrovamento dei corpi di neonati sepolti a Traversetolo nel giardino della villetta dove abitava con i genitori, nell’interrogatorio rilasciato agli investigatori il 10 settembre, oggi riportato sul quotidiano La Gazzetta di Parma, risponde dando la propria versione dei fatti, soprattutto in merito alle modalità del parto avvenuto in segreto e sul successivo occultamento di cadavere. “Ho avuto le contrazioni” negando  di aver indotto il parto e “Ho partorito in camera da sola la notte“, dice la 21enne che si trova attualmente ai domiciliari, affermando anche di non ricordare la data esatta.



E aggiunge: “Il bambino non respirava, così ho iniziato a scuoterlo, poi l’ho messo in giardino“, riferendosi al cadavere del primo figlio, che ora secondo le indagini, anche alla luce di questi nuovi dettagli, potrebbe essere morto per emorragia, visto che Chiara ha anche dichiarato di aver tagliato il cordone ombelicale ma sena costrizione dei vasi, il che, come si legge nel verbale di custodia cautelare, potrebbe far avanzare l‘ipotesi sulla causa del decesso.



Chiara Petrolini interrogata sui neonati sepolti a Traversetolo: “Volevo avere i bambini, li volevo vivi, ma sono nati morti”

Chiara Petrolini interrogata per l’inchiesta sui neonati trovati sepolti a Traversetolo nel giardino della villetta, secondo quanto emerso dai dettagli del verbale, ha provato a difendersi affermando che in realtà avrebbe voluto i bambini che ha partorito, ma che tutti e due sarebbero nati già morti. Del primo infatti ha raccontato agli investigatori di averlo seppellito perchè continuava a non respirare anche dopo averlo scosso, del secondo invece ha detto che: “Non emetteva suoni ma aveva gli occhi aperti“.



La versione della 21enne quindi sembrerebbe quella di continuare a dichiararsi innocente pur non rivelando numerose circostanze in merito alla gravidanza e al parto che restano tutt’ora da chiarire. Ad aggravare la posizione della ragazza e confermare l’estraneità della famiglia dalle accuse di complicità ora potrebbero contribuire le intercettazioni ambientali delle conversazioni in casa, sempre pubblicate dalla Gazzetta di Parma, nelle quali si sentono le parole dei genitori che dopo aver appreso la notizia dei ritrovamenti dei corpi dicono alla figlia: “Cosa hai fatto? Sei stata tu? Così si va in galera“.