Ha fatto il giro del mondo la notizia del decesso di un neonato di appena 37 giorni, morto per il covid in Grecia. Si tratta della vittima più giovane in assoluto a causa del coronavirus nel territorio ellenico, così come scrive la stampa locale. Il piccolo paziente si trovava ricoverato presso l’ospedale pediatrico di Atene di Aglaia Kyriakou, e del caso se ne era occupato qualche giorno fa anche il ministro della salute greco, Vassilis Kikilias, che in occasione di un briefing sulla situazione epidemiologica in Grecia aveva spiegato: “Sto seguendo quotidianamente, dal 19 febbraio, lo stato di salute di un bambino di soli 24 giorni, ricoverato nell’unità di terapia intensiva. È un’anima piccola, innocente, che combatte per la vita, i medici fanno quello che possono e desideriamo che tutto vada bene”.
Il bimbo è stato quindi ricoverato un paio di settimane prima del decesso, e stando a quanto raccolto dai media greci la giovane vittima non aveva alcuna patologia se non appunto il covid, contratto subito dopo la nascita.
NEONATO DI 37 GIORNI MORTO IN GRECIA: COVID PRESO DALLA FAMIGLIA?
Nel giro di pochi giorni il neonato ha sviluppato una serie di sintomi gravi, accusando delle importanti difficoltà respiratorie e una polmonite. Secondo quanto sostenuto dall’emittente ellenica ERT non è da escludere che a trasmettere il covid al nascituro siano stati i genitori o i fratelli, visto che tutti sono risultati essere positivi al covid, ma comunque in buona salute. Una notizia che fa riflettere alla luce del fatto che da un anno a questa parte abbiamo fortunatamente scoperto che il coronavirus ha scarsi effetti sui più giovani, soprattutto sui neonati. Ma ogni tanto accade qualche disgrazia, come appunto quanto avvenuto in Grecia, ed è difficile trovare una spiegazione. Ad oggi comunque i risultati dei vari studenti e analisi effettuati negli ultimi mesi sono confortanti, con rarissimi casi di infezione fra i più piccoli, e soprattutto, anche quando risultati positivi, subiscono il covid in maniera lieve, praticamente asintomatica. C’è da dire che la variante inglese, che ormai ha preso il sopravvento anche in Italia, sta andando ad intaccare anche i ragazzini e i ragazzini, come il caso dell’11enne di Bologna ricoverata in terapia intensiva.