TRAGEDIA A LAMPEDUSA: MORTO NEONATO MIGRANTE PER IPOTERMIA

Una vita umana vale sempre, di chiunque essa sia: fa però più impressione, questo sì, che un neonato di pochi giorni sia morto letteralmente di freddo nella traversata disperata dall’Africa verso l’Italia a bordo di un piccolo barchino. È successo al largo di Lampedusa, con la Capitaneria di Porto che – mentre proseguono le polemiche internazionali sull’emergenza immigrazione che sta nuovamente colpendo il nostro Paese – ha soccorso fino all’ultimo disperato salito a bordo di quel barchino inadatto alla lunga traversata, come purtroppo tanti altri in questi anni ne sono giunti sulle coste italiane, greche e maltesi.



Il cadavere del neonato di 20 giorni, originario della Costa d’Avorio, è stato trovato sul barchino soccorso con altri 36 persone a bordo tra cui 9 donne e altri 2 minori. Secondo quanto riportato dalla Capitaneria di Porto all’ANSA, oltre al piccolino morto letteralmente di ipotermia dopo la traversata, sono state trovate anche due persone ferite con gravi ustioni (senza al momento sapere l’origine di tale tortura). I medici, presenti al molo Favarolo di Lampedusa durante lo sbarco dei migranti, hanno fatto una prima ispezione sul corpo del piccolo neonato arrivato morto in Italia: hanno confermato quanto raccontato dalla madre del bimbo al momento del soccorso, purtroppo il neonato è morto di freddo ma soffriva anche di problemi respiratori.



NUOVA ONDATA DI MIGRANTI IN ITALIA: PROSEGUE L’EMERGENZA

La traversata conclusa in tragedia era cominciata per il neonato e la sua mamma 19enne da Mahres in Tunisia: proprio per i problemi respiratori di cui soffriva probabilmente rilevati prima della nascita, la famiglia del piccolino aveva deciso di tentare la “fortuna” verso l’Italia per fare curare il loro figlio. Il marito era rimasto a lavorare in Tunisia mentre la madre giovanissima si è imbarcata con il neonato sull’improbabile “mezzo di fortuna” con rotta verso l’Italia. Come spiega ancora l’ANSA citando fonti delle autorità italiane, «La salma del piccolo, già durante la notte, è stata sottoposta ad ispezione cadaverica e il medico non ha riscontrato alcun segno esterno di violenza, ritenendo che il decesso sia avvenuto per ipotermia a causa delle condizioni di fragilità del neonato».



La mamma sotto choc, assieme agli altri compagni migranti di viaggio, è stata trasferita nell’hotspot di contrada Imbriacola a Lampedusa: destino molto simile a quanto avvenuto nelle sole ultime 24 ore a ben 640 migranti nella piccola isola al largo della Sicilia. 118 i migranti giunti, dalla mezzanotte in poi, a Lampedusa su tre barchini avvisati e soccorsi dalla Guardia Costiera: ieri invece con altri 9 diversi sbarchi erano arrivate 522 persone in fuga da Costa d’Avorio, Burkina Faso, Guinea, Camerun e Nigeria. Secondo il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino, l’appello è rivolto alla Premier Meloni e al Ministro Piantedosi per un incontro urgente: «È un continuo ricevere chiamate da parte delle forze dell’ordine per informarmi che ci sono cadaveri. Mi sembra di assistere a un bollettino di guerra e ciò che mi preoccupa è che stia diventando una quotidianità, nell’indifferenza dell’Europa. È duro lavorare in queste condizioni, innanzitutto umanamente e poi perché  il nostro comune non può sopportare questo peso, anche per l’insufficienza di risorse umane, strumentali e finanziarie». L’emergenza continua, sia per quanto riguarda i tanti arrivi su “mini barche” che per i maxi naufragi in mare aperto con l’intervento delle navi Ong: dopo aver risolto, non senza problematiche, gli sbarchi di Rise Above, Humanity 1 e Geo Barents, il caso della nave Ocean Viking resta ancora insoluto con l’appello-attacco della Ue contro il Governo italiano (e con critica, indiretta, anche agli altri partner europei, Francia inclusa) che ancora non ha risolto in quale porto potranno sbarcare i 234 migranti salvati giorni fa nel Mediterraneo fuori dalle acque SAR italiane.