E’ morto forse a seguito di una circoncisione un neonato di soli 20 giorni in quel di Roma, zona Colonna. L’episodio, come riferito da RomaToday, si è verificato di preciso lo scorso 24 marzo e il suo decesso ha destato subito un forte sospetto fra gli inquirenti in quanto il piccolo è morto di emorragia. Il bimbo è inoltre nato da genitori originari della Nigeria, una zona dove purtroppo la circoncisione è ancora una pratica molto diffusa, di conseguenza si ha il forte sospetto che si sia trattato di un rituale fatto in casa finito nel peggiore dei modi. A chiamare i soccorsi, nella notte fra il 23 e il 24 marzo scorsi, è stata una donna nigeriana, trovata con un bimbo in braccio e una ferita al pube. Sul posto è stato mandato nel giro di pochi minuti il personale sanitario che ha provato una disperata manovra di rianimazione al piccolo che nel frattempo aveva perso i sensi per il troppo sangue, quindi la corsa in ospedale, al policlinico Tor Vergata, dove però il neonato è arrivato privo di vita.



La donna è stata in seguito ascoltata dai carabinieri di Colonna, dove viveva, per ricostruire l’accaduto, e nel contempo i pubblici ministeri di Velletri hanno disposto l’autopsia. “Siamo molto dispiaciuti per l’ennesima tragedia di bambini per colpa delle circoncisioni clandestine – scrivono in una nota stampa congiunta l’Amsi e Co-mai dopo il caso del neonato di Colonna – chiediamo un incontro urgente al ministro della Salute Schillaci e al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca per lavorare affinché vengano effettuate in tutte le regioni e per tutelare la salute dei bambini e combattere le circoncisioni clandestine, tutto il mercato nero e le loro complicanze gravissime sui bambini dal punto di vista psicologico, sessuale e fisico”



NEONATO MORTO A ROMA, SOSPETTA CIRCONCISIONE: 5 ANNI FA A TIVOLI UN CASO SIMILE

“Grazie all’impegno congiunto – prosegue la nota – da più di 10 anni e il gioco di squadra con l’Associazione medici di origine straniera in Italia e la Comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai) e il movimento Uniti per Unire e associazioni e comunità aderenti, i centri culturali regionali, la Fnomceo, albi professionali e ai numerosi incontri costruttivi già svolte con Regioni e il ministero della Salute siamo riusciti ad aprire vari ambulatori in numerose regioni e ottenere l’autorizzazione dell’atto della circoncisione nelle strutture sanitarie per garantire la salute dei bambini e la serenità dei loro familiari”. Nel 2018 a Tivoli si verificò un caso molto simile: a distanza di cinque anni una nuova possibile tragedia per una circoncisione.

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