La “neonatologia domiciliare” è stata creata dagli ospedali universitari di Strasburgo, sotto l’impulso del professor Pierre Kuhn, primario del reparto di neonatologia dipartimento degli Ospedali Universitari. Kuhn, che ha lavorato per un anno in Svezia, è tornato in Francia convinto dei benefici per il bambino della “separazione zero” dai genitori, dalla nascita fino all’uscita dal reparto maternità. Dunque, quando il bambino è prematuro e la degenza si prolunga fino a quindici o addirittura sedici settimane, il piccolo può essere curato a casa. Dal 2014 Pierre Kuhn guida il progetto di un dispositivo per bambini molto prematuri, finora limitato a rari centri francesi, come Tolosa. Questo permette ai neonati di essere ricoverati in ospedale a casa.



L’attuazione del progetto si scontra con il sistema amministrativo: le autorità pubbliche hanno quindi avviato un esperimento di tre anni in dieci ospedali universitari pilota. A Tolone è iniziato prima dell’estate, a Strasburgo a settembre. “Una volta a casa, abbiamo potuto concentrarci su Robin, e non più sull’ambiente medico”, racconta una mamma, Élise, che a casa ha potuto curare suo figlio nonostante questo fosse prematuro. “Siamo riusciti a far conoscere a Robin il canto degli uccelli”, rivela il papà Mike. Il piccolo, alla nascita, pesava 955 g. I genitori sono stati i candidati perfetti per il ricovero domiciliare, non appena il bambino ha superato 1,6 kg.



“Miglior recupero di peso per i bambini e meno depressione tra le madri”

Il servizio di neonatologia diventa domiciliare in Francia. Virginie Mamet, una delle quattro infermiere pediatriche dell’équipe del progetto, spiega che prima di recarsi a casa dei genitori, li chiama per sapere se abbiano bisogno di attrezzatura. Lei e i suoi colleghi si alternano, domenica e festivi compresi, per una visita quotidiana alle famiglie. “Sostengono le famiglie con gentilezza e rispetto, senza giudicarle. C’è anche un sostegno alla genitorialità”, spiega la pediatra responsabile del servizio, Laurence Dillenseger, formata nel programma Nidcap (Newborn Individualized Developmental Care and Assessment Program), che mira al monitoraggio personalizzato dei neonati prematuri, per “proteggere il loro sviluppo cerebrale limitando la stress legato all’ambiente e alla cura”, sottolinea Le Figaro.



Sei neonati prematuri possono essere monitorati contemporaneamente presso l’HAD di Strasburgo, poiché l’unità di neonatologia è stata autorizzata a sostituire tre dei suoi sedici letti con sei letti a domicilio. A metà dicembre avevano già beneficiato del sistema 46 bambini. “Non c’è stata alcuna nuova ospedalizzazione o visita al pronto soccorso”, spiega la dottoressa Laurence Dillenseger, che sottolinea anche “un migliore recupero di peso per i bambini, un migliore tasso di allattamento al seno, meno depressione” tra le madri. Senza dimenticare la promessa di un “migliore sviluppo neurologico e motorio a 2 anni” mostrata dagli studi. Il professor Kuhn, che coordina il gruppo di riflessione e valutazione dell’ambiente dei neonati all’interno della Società francese di neonatologia, spiega che il costo del ricovero domiciliare è minore: “Il costo forfettario di un letto di neonatologia è di 300 euro, quando la tariffa giornaliera per il ricovero domiciliare convenzionale è di 80 euro”.