I Neri per Caso (Ciro Caravano, Mario Crescenzo, Massimo de Divitiis, Mimì Caravano, Daniele Blaquier e Gonzalo Caravano) sono intervenuti in qualità di ospiti ai microfoni della trasmissione di Rai Due “Bella Ma’”, condotta da Pierluigi Diaco e andata in onda nel pomeriggio di mercoledì 26 ottobre 2022. Il gruppo canoro italiano, celebre per il proprio canto a cappella, ha rivelato di avere edificato il proprio percorso “sull’armonia della musica, che fa bene anche all’armonia umana. Noi sei ci vediamo ogni volta che sentiamo l’esigenza di provare e abbiamo sempre il nostro obiettivo fisso, le sette note. Gli alti e bassi ci sono in tutti i lavori, non ci è mai interessato esporci più di tanto: la musica parla per noi”.



Con il tempo i Neri per Caso hanno imparato a misurare il successo non attraverso i like, le vendite e i programmi televisivi ai quali si partecipa, bensì “con la stima delle persone che stimiamo e in questo noi siamo stati veramente fortunati, in quanto siamo riusciti a collaborare con grandi artisti, non ultimi Claudio Baglioni e Lucio Dalla”.

NERI PER CASO: “NOSTRO NOME CI IMPEDÌ DI CANTARE NEGLI USA”

Il nome Neri per Caso nacque casualmente e “ci piacque l’idea, poiché vestivamo tutti di nero. Ci convinse subito e non ci fu alcun dibattito. Inoltre contiene un riferimento anche alla musica soul, black. Tuttavia, in America il nostro nome non è ammesso per il politically correct… ‘Black’ in USA non si può dire e questo ci impedì di approdare nel mercato americano”.

Poi, a proposito della sopra menzionata amicizia con Lucio Dalla, i Neri per Caso hanno ricordato che “nel corso degli anni ci siamo incontrati tantissime volte. Quando faceva trasmissioni e concerti, lui ci chiamava sempre: eravamo legati da una bellissima amicizia. Aveva la mente giusta per fare il musicista, era aperto a 360 gradi ed era curioso come un bambino. Era un comunicatore straordinario, ti lasciava a bocca aperta ogni volta che parlava”. Infine, il ricordo di Piero Angela, con il quale “duettarono” in diretta tv: “Era un grandissimo musicista jazz ed era un divulgatore scientifico perfetto per raccontare ogni aspetto di ciò che facciamo”.