Il nervo olfattorio sarebbe la “porta di accesso” per il Coronavirus al nostro cervello anche se pare che i danni che il virus della SARS-CoV-2 siano reversibili e non gravi: è questo quanto spiegano alcune recenti ricerche in ambito medico in relazione a come il Covid-19 attacchi le cellule del nostro corpo dopo che già negli scorsi mesi era arrivata la conferma che l’agente patogeno responsabile della pandemia 2020 non si limitava solo ad aggredire l’apparato respiratorio. Con nervo olfattorio si fa riferimento a quella struttura nervosa che ha origine appunto dall’encefalo e a tal proposito la rassicurazione che viene dalla scienza è che il virus colpisce il cervello solamente in maniera indiretta e con sintomi assimilabili ad altre patologie virali conosciute. A spiegarlo all’edizione online de “il Giornale” sono il professor Alessandro Olivi e il suo collega Gioacchino Tedeschi (presidente della Società Italiana di Neurologia) che, se da una parte, hanno confermato l’azione del Covid-19 sul tessuto neurologico, dall’altra hanno voluto fornire rassicurazioni in merito a quelli che sono i possibili rischi. A loro dire infatti è più esatto affermare che “il virus colpisce ‘indirettamente’ i tessuti cerebrali” dato che spesso il cervello è una cartina di tornasole di ciò che accade al resto del corpo, comprese le reazioni di natura immunitaria.
NERVO OLFATTORIO, ‘PORTA D’INGRESSO’ DEL CORONAVIRUS PER IL CERVELLO
A detta dei due esperti, infatti, quello che resta da capire meglio è il modo in cui il virus attacchi le cellule del cervello dato che esistono al momento ancora pochi casi clinici: stando infatti a uno studio condotto di recente dall’Università Statale di Milano assieme all’Ospedale San Paolo, esisterebbero delle prove a proposito di complicanze neurologiche ancora poco chiare oggi. Tra i vari sintomi che sono stati rilevati a tal proposito si parla soprattutto di mal di testa, mialgie, anosmie e, molto più raramente, anche situazioni di coscienza compromessa e stati di agitazione psicomotoria, mentre casi di encefalopatia sono presenti ma in forma minore. Come accennato pare essere il nervo olfattorio la via d’accesso del virus al cervello e pare che, a detta di alcuni studi citati da Tedeschi, “il coinvolgimento del sistema nervoso è frutto di una vasculite, cioè una reazione infiammatoria che colpisce i vasi che, favorendo la tendenza a sviluppare trombosi, sarebbe alla base di alcune manifestazioni neurologiche quali gli eventi ischemici”. Niente paura ad ogni modo: almeno per il momento lo stato dell’arte degli studi parla di casistiche rare e, anche se “si è aperto un capitolo nuovo nella storia della Medicina”, i sintomi paiono essere blandi e i danni reversibili dato che anzi questi tendono generalmente a regredire lentamente dopo che l’infezione è terminata.