Nella sua carriera Renato Pozzetto ha recitato al fianco di bellissime colleghe, tra cui anche Ornella Muti. Non ha più molti passaggi televisivi Nessuno è perfetto, film del 1981 diretto da Pasquale Festa Campanile, che evidentemente si rifà alla battuta finale di A qualcuno piace caldo di Billy Wilder, eppure meriterebbe quanto meno di non finire nel dimenticatoio cinematografico.



Guerrino Castiglione (Renato Pozzetto), Conte e proprietario di un’azienda vinicola, è rimasto vedovo e senza figli, costretto a dividere la sua villa con la suocera (Lina Volonghi), che, come confessa lui stesso in un dialogo surreale con la moglie al cimitero, un giorno si è ritrovato persino nel letto nel tentativo di sedurlo. Quella di Castiglione sembra quindi una “non vita” ancorata al passato e ingabbiata in un presente fatto sia di pettegolezzi, a quanto pare non proprio infondati, che di costrizioni autoinflitte o dettate dalla suocera. Proprio per sfuggire a quest’ultima, una sera decide di recarsi a Milano per raggiungere Enzo (Felice Andreasi), un amico che ha promesso di presentargli un’amica della sua donna.



Tuttavia, giunto in auto in piazza Duomo, Guerrino resta folgorato da Chantal (Ornella Muti), una modella che sta realizzando proprio lì un servizio fotografico. La segue in albergo e, dopo diverse peripezie, si ritrova a salvarla da un tentativo di suicidio. Tra i due scocca così un colpo di fulmine che li porta a sposarsi in poche ore in Olanda, durante una trasferta di lavoro di lei.

Per il Conte sembra iniziare una nuova vita: i cancelli della villa si riaprono, l’azienda riprende l’attività a pieno regime e la suocera viene relegata a vivere con la servitù. I dubbi e sospetti di quest’ultima, cui il rapporto tra il genero e la modella non va proprio a genio, porteranno però Guerrino a scoprire che la bellissima donna che ha sposato era un paracadutista, di origine italiana, dell’esercito tedesco che si è sottoposto a un intervento per cambiare sesso.



Confuso e costretto a scegliere tra la moglie e la suocera, che ha scoperto tutto, l’uomo fa in modo che quest’ultima lasci la villa e di fatto, tramite il tassista “lingua profonda” (Massimo Boldi), metta tutta Bergamo a conoscenza del suo segreto. Ecco quindi che il problema diventa: dare più importanza a quel che pensano gli altri o a come ci sente meglio con la persona che ha portato a una propria rinascita?

È certamente questa la chiave del film: quello che le nostre scelte comportano finisce inevitabilmente per essere oggetto del giudizio degli altri, sta a noi decidere quanto dargli peso e soprattutto capire chi possono essere “gli altri” di cui fidarci. In questo senso nella pellicola spicca il ruolo interpretato da Andreasi (indimenticato e poliedrico artista che partecipò alla trasmissione “Il poeta e il contadino” con Cochi e Renato): Enzo, infatti, non parla alle spalle di Guerrino, ma cerca di aiutarlo a capire dove l’hanno portato le sue scelte e che cosa desidera davvero per sé.

Il film non è certo tra i migliori di Pozzetto, forse anche per il ritmo poco incalzante e per una Muti che appare sottotono rispetto ad altre commedie in cui ha recitato, come quelle al fianco di Adriano Celentano. Un peccato anche che le musiche di Riz Ortolani vengano ripetute in continuazione rischiando così di passare dal gradevole allo stucchevole. Tuttavia i siparietti tra Guerrino e la suocera regalano qualche risata, ricordandoci così che stiamo guardando una commedia e che la realtà ha sfumature ben più complesse di quelle di un film.