La Nestlè ha annunciato la nuova bevanda vegetale Wunda, una sorta di sostituito del latte a base di piselli ultratrasformati. Un annuncio che non ha convinto Filiera Italia, alleanza a tutela del Made in Italy, che ha storto il naso: “Come Filiera Italia – le parole di Luigi Scordamaglia, il consigliere delegato di Filiera Italia – stiamo denunciando da tempo il pericolo che multinazionali possano utilizzare strumenti come il Farm to Fork o posizioni ideologiche contro i prodotti di eccellenza della nostra zootecnia, o ancora sistemi di etichettatura come il Nutriscore (il sistema di etichettature molto criticato da numerosi addetti ai lavori ndr) per favorire la transizione da un sistema alimentare basato sulla terra, sui territori, sui contadini e su esperienza centenaria di trasformazione verso un sistema delle industrie dei cibi chimici e sintetici che marginano enormemente, favoriti da claim finto salutistici”.
La bevanda di Nestlè a base di latte derivante da piselli ultratrasformati è stata presentata come Nutriscore di livello A, quindi il massimo dal punto di vista dei benefici, ma Scordamaglia aggiunge: “Esiste un solo motivo per cui qualcuno dovrebbe sostituire del latte con una bevanda a base di vegetali ultratrasformati? La Commissione, il Parlamento Ue e tutti i Paesi aprano gli occhi e appoggino la battaglia italiana di lotta contro il cibo-Frankestein di laboratorio ammantato di salubrità”. Secondo l’esponente di Filiera Italia il Governo italiano dovrebbe battersi di più in favore del Made in Italy, lottando in particolare contro la possibilità che la sicurezza alimentari si concentri nelle mani di una mancia di multinazionali.
BEVANDA NESTLE’ A BASE DI LATTE DI PISELLI: “IL GOVERNO AIUTI A FARE BATTAGLIA”
“Davvero – ha proseguito e concluso Scordamaglia – qualcuno vorrebbe concentrare nelle mani di poche multinazionali la food security diventata soprattutto dopo la pandemia strumento strategico globale? Sulla salubrità del cibo e contro approcci strumentali il Governo italiano continui a fare battaglia”. Sulla questione Nutriscore si era espresso pochi giorni fa anche il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli: “Sistema soltanto di condizionamento del mercato. Addirittura spesso va contro l’ambiente, hanno infatti semaforo verde alimenti con molto packaging. E’ assurdo che l’olio d’oliva abbia un colore arancio scuro per il Nutriscore, mentre altri cibi non sani hanno un semaforo verde. Il Nutriscore rischia di essere un chiavistello per l’inserimento del cibo sintetico”.