Benyamin Netanyahu e Yoav Gallant, rispettivamente primo ministro ed ex capo della difesa di Israele, sono stati condannati dalla Corte Internazionale dell’Aja per crimini di guerra e contro l’umanità avvenuti nell’ambito delle operazioni militari condotte durante il conflitto a Gaza. I due sono stati ritenuti responsabili di reati che avrebbero provocato la morte di numerosi civili palestinesi, privandoli sistematiche di acqua, cibo, medicinali ed altri beni di prima necessità. Il premier ha già risposto alle accuse dichiarando la sentenza dei giudici una “Decisione antisemita”, ed era stato già dichiarato ricercato internazionale lo scorso maggio.
Netanyahu è il leader israeliano che più di tutti è rimasto in carica al governo nella storia del paese, ed è attualmente capo del partito conservatore Likud. Criticato non solo a livello internazionale ma anche da una parte di cittadini israeliani, soprattutto dopo l’inizio della guerra a Gaza. Da una parte dell’opinione pubblica che sostiene che abbia tenuto una condotta irresponsabile e criminale nei confronti dei civili nelle zone colpite dagli attacchi. Dall’altra, dalle famiglie degli ostaggi che lo accusano di aver abbandonato i rapiti, sacrificandone la vita pur di proseguire nel conflitto e salvare il suo mandato al governo.
Chi è Yoav Gallant, ex ministro della Difesa condannato insieme a Netanyahu dalla Corte Internazionale per crimini di guerra
Yoav Gallant è stato ministro della Difesa di Israele, nominato da Netanyahu dopo l’insediamento nel 2023 e poi licenziato il 5 novembre 2024 dallo stesso premier, ufficialmente per divergenze di opinione legate alla sicurezza nazionale. Un problema che Gallant aveva affrontato come una “missione di vita”, soprattutto dopo l’inizio del conflitto a Gaza per il quale ha guidato tutte le operazioni militari più importanti. L’ex ministro, che aveva intrapreso la carriera politica dopo essersi ritirato da generale dell’esercito, è ora ricercato dalla Corte Internazionale per crimini di guerra, e rischia l’arresto perchè ritenuto responsabile insieme al capo di governo dell’uccisione di civili con pratiche equiparate alla tortura.
I dissapori tra Gallant e Netanyahu, erano iniziati a partire da alcune critiche nei confronti della mancata accettazione di un accordo con Hamas, definito l’unico modo per cercare di salvare la vita agli ostaggi ancora imprigionati a Gaza. Fino alla rimozione dal ruolo, che secondo le dichiarazioni dello stesso ex capo della Difesa, sarebbe avvenuto per due particolari motivi. Il primo, l’aver proposto l’arruolamento nell’esercito anche dei cittadini ultraortodossi , e il secondo, quello di aver ufficialmente chiesto una inchiesta interna di governo per accertare eventuali responsabilità sui fatti del 7 ottobre.