Sulle pagine di Haaretz, uno dei più importanti quotidiani israeliani, è stato pubblicato un editoriale di pesante accusa nei confronti di Benjamin Netanyahu, il primo ministro di Israele, accusato di fomentare un odio che sta distruggendo lo Stato ebraico. Secondo l’accusa, infatti, il leader starebbe sfruttando la crisi a Gaza con Hamas per i suoi scopi, conducendo una guerra solamente per portare a termine un qualche scopo personale, senza curarsi dei suoi stessi cittadini. Netanyahu, secondo Haartz, dovrebbe essere allontanato dal suo ruolo, altrimenti Israele finirà per pagare un prezzo troppo alto per le sue mire geopolitiche, ora al culmine in tutti i suoi 12 anni di governo.



Haaretz: “Netanyahu è un leader malvagio che mette in pericolo Israele”

Secondo l’accusa dell’Haaretz, “Netanyahu è tornato alle sue abitudini malvagie, incitando e seminando distruzione”. Un comportamento che in tempo di pace “avvelena la società e lo Stato”, ma che in tempi di guerra, come l’attuale, “mette Israele in pericolo esistenziale” e che espone la sua natura animalesca. Davanti alla crisi che ha esposto la debolezza e i timori degli israeliani, il loro leader “è rimasto com’era: un angelo del sabotaggio“, al quale non è bastata la morte di 1.400 persone e neppure il fatto che “migliaia di israeliani sono diventati profughi nel loro Paese”.



Netanyahu, continua l’articolo, “incita, pensa e se stesso, difende la sua posizione e si preoccupa solo del suo futuro”, tesi peraltro sostenuta anche dall’organizzazione Brothers and Sisters in Arms, secondo la quale “infila un coltello nel cuore dei combattenti [e] continua a fare a pezzi la nazione“. D’altronde, però, allo stato attuale a lui “non si preoccupa di fare marcia indietro” anche perché “il veleno è ormai già nell’aria e la catena del contagio è già al culmine”. Inoltre, secondo Haaretz, “Netanyahu sta interferendo con la difesa dello Stato dalla catastrofe che lui stesso, con il suo indescrivibile nichilismo, ha provocato” e “aggiunge danno al danno”. Lo scopo dell’accusa è uno solo, e chiaro: “Non dobbiamo permettergli di rimanere al potere come se fosse un decreto divino. L’establishment politico deve trovare un modo per porre fine al suo dominio maligno“, perché “il prezzo che Israele pagherà per la continuazione del suo regno è troppo alto”.

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