Yigal Carmon, fondatore e presidente del Memri (il Middle East Media Research Institute), ha parlato della guerra a Gaza sulle pagine di Avvenire. Un conflitto, ci tiene a ricordarlo e sottolinearlo, che lui aveva previsto, forte del “materiale [raccolto] dai canali ufficiali di Hamas” che dimostrava chiaramente l’esito fatale che, poi, effettivamente c’è stato il 7 ottobre. Il primo allarme, ricorda, lo lanciò “il 31 agosto”, ma “tutti mi hanno detto che esageravo e che la minaccia non era imminente”.



Il presidente israeliano Netanyahu, prima della guerra a Gaza, spiega Carmon, “pensava di aver comprato la calma, facendo arrivare dal Qatar miliardi di dollari a Hamas”, stendendo a quest’ultimo “un tappeto rosso. Teneva persino una corrispondenza privata con Yahya Sinwar” ma non aveva tenuto del fatto che Hamas “non combatte per il comfort economico, ma per un’ideologia religiosa. Netanyahu si era illuso di costruire Hamas per indebolire l’Autorità Palestinese“, ma il risultato, sottolinea Carmun, è stato la guerra a Gaza. Centrale nelle tensioni, però, è stato anche il ruolo del Qatar, che l’esperto non fatica a definire “lo sponsor del terrorismo a livello internazionale”.



Carmon: “Guerra a Gaza continuerà finché ci saranno Netanyahu e il Qatar”

“Non ci sarà nessuna fine della guerra a Gaza“, sottolinea perentorio Carmon, “fino a quando ci sarà Netanyahu al governo e fino a quando ci sarà un Qatar governato da una famiglia che mantiene questa politica nei confronti dei movimenti islamisti”. Una situazione, certamente, “complessa per gli Stati Uniti” che devono “mandare a casa” l’attuale presidente israeliano, e “stronzare la linea di vita di Hamas che ha un nome: Qatar”.

Secondo Carmon, allo stato attuale per bloccare la guerra a Gaza, sono importanti due cose. La prima, realizzabile, è “rilasciare tutti i prigionieri dalle nostre carceri in cambio di tutti gli ostaggi” e la seconda, per la quale è ormai tardi, era “non entrare a Gaza. La decisione di mandare i soldati nella Striscia quando il governo ha permesso di far entrare miliardi di dollari, che sono serviti a costruire tunnel sotterranei di 500 km”, spiega Carmon, “è da incoscienti” e ha reso la guerra a Gaza una lunga lotta si protrae, ormai, da quasi 200 giorni e che non accenna in alcun modo a rallentare.