Con una mossa per certi versi inaspettata, ma anche parzialmente prevedibile, il Primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu ha sciolto ufficialmente il Gabinetto di guerra che era stato avviato dopo lo scoppio della guerra a Gaza con i ministri (di opposizione) Binyamin ‘Benny’ Gantz e Gadi Eisenkot: l’annuncio è stato dato nella tarda giornata di ieri durate la riunione del Gabinetto di sicurezza politica, in un intervento in cui il Primo ministro non si è risparmiato neppure un paio di stoccate contro il dimissionario Gantz. Comunque sia, la decisione di Netanyahu di sciogliere il Gabinetto di guerra non cambierà nulla dal punto di vista della guerra a Gaza e – tanto meno – dell’azione che da mesi Israele prepara per conquistare la città di Rafah.
Infatti, il Primo ministro durante la riunione ha spiegato che lo scioglimento del Gabinetto di guerra è legato esclusivamente al fatto che fosse “previsto dall’accordo di coalizione con Gantz, su sua richiesta”, e visto che questi si è dimesso un paio di settimane fa – ha continuato Benjamin Netanyahu nel so brevissimo intervento – “non c’è più bisogno di un Gabinetto“.
Cosa succede ora dopo la scioglimento da parte di Netanyahu del Gabinetto di guerra: “Piani inalterati”
Non si sa bene cosa succederà ora dal punto di vista politico e militare, ma l’ipotesi è che Netanyahu – pur senza il Gabinetto di guerra con i partiti d’opposizione – continuerà a condurre la guerra a Gaza seguendo le basi gettate fino a questo punto e seppur in un primo momento avesse negato eventuali confronti con gli altri leader, alla fine ha precisato che potrebbero esserci delle “consultazioni limitate” con Yoav Gallant (ministro della Difesa), Ron Dermer (Affari strategici) e il capo dell’Assemblea nazionale Tzachi Hanegbi. Secondo quanto riporta Haaretz – citato da EuroNews – la decisione di Netanyahu di scogliere il Gabinetto di guerra sarebbe puramente simbolica e fine ad evitare che entrino a farne parte figure come Itamar Ben Gabir (ministro della Sicurezza Nazionale) o Bezalel Smotrich (Finanze): due dei ministri più inclini all’estrema destra radicale.
Durante l’assemblea del Gabinetto politico, il Primo ministro parlando dell’ex alleato Benny Gantz l’ha anche accusato di aver “preso decisioni che non erano sempre accettabili a livello militare per raggiungere l’obiettivo di eliminare le capacità di Hamas”, creando una condizione in cui l’esercito sembrava essere la reale guida del paese. Sempre ieri, infine, Netanyahu ha anche criticato la “pausa tattica” pattuita dall’esercito con l’Onu e le Ong umanitarie internazionali per permettere – nei prossimi giorni – l’arrivo di camion di aiuti per i civili palestinesi, sottolineando in una nota diffusa a mezzo stampa che “i combattimenti a Rafah continueranno come previsto”.