Yair Lapid, leader dell’opposizione al governo di Israele presieduto da Benjamin Netanyahu, nella giornata di oggi ha chiesto le dimissioni del Primo ministro, accusandolo di aver gestito in modo poco efficiente il conflitto a Gaza contro Hamas e di non essere ben voluto dalla popolazione. A riportare le parole del leader del partito Yesh Atid è stato il quotidiano israeliano Times of Israel, citando un’intervista rilasciata a Channel 12 News.
“Netanyahu”, ha detto apertamente Lapid, “deve andarsene adesso, durante i combattimenti”, nella prima richiesta formale di dimissioni per il Primo ministro fin dallo scoppio del conflitto con Hamas lo scorso 7 ottobre. “Questo governo non funziona“, ha continuato nella sua accusa, “abbiamo bisogno di un cambiamento. Non possiamo permetterci di condurre una campagna prolungata con un primo ministro in cui il pubblico non ha fiducia“. Lapid, oltre a chiedere le dimissioni di Netanyahu, ha anche lanciato l’idea di “sederci sotto un altro candidato del Likud”, riferendosi al partito del quale l’attuale Primo ministro è candidato, all’interno di un “governo di ricostruzione nazionale” che includa tutti i maggiori partiti.
Il partito di Netanyahu: “Così facciamo il gioco dei palestinesi”
Le posizioni di Lapid sul premier Netanyahu, d’altronde, sono condivise da buona parte della popolazione israeliana, oltre che dalla stampa locale e da diversi politici. Le maggiori critiche riguardano soprattutto la lenta reazione di Israele all’assalto del 7 ottobre, la mancanza di equipaggiamenti militari per i riservisti e i ritardi nel fornire ai civili sfollati a causa dei combattimenti il sostegno necessario.
Netanyahu, dal conto suo, non ha ancora commentato l’accusa e la richiesta di Lapid, ma il partito a cui fa fede, il Likud, ha accusato l’avversario di fare “politica durante una guerra, suggerendo di estromettere il primo ministro che guida la campagna [militare] e di sostituirlo con un governo che istituirà uno Stato palestinese e consentirà all’Autorità palestinese di controllare Gaza”. Immediata, e stranamente pacata, la risposta dello Yesh Atid, il partito di Lapid, che ha ribadito come non fosse intenzione estromettere il Likud dal governo, ma anzi lasciarli la guida del nuovo governo e il primo ministro, purché “non sia Netanyahu. Così daremo inizio alla guarigione nazionale”.